VENEZIA - Lo spaccato dei primi mesi di questo 2023, dimostra una continuità a livello regionale con quanto accaduto nel 2022, visto che i posti di lavoro dipendente sono aumentati di circa 44mila, un terzo dei quali registrati solo ad aprile (e la metà sono donne). Il segnale - come emerge dalla Bussola di Veneto Lavoro - è chiaro, a trainare il lavoro è anche oggi il turismo, visto che le attivazioni a termine hanno segnato 24.500 posizioni in più, delle quali 11.400 solo nel mese scorso.
L'AUMENTO
Il mercato del lavoro in Veneto è quindi tornato ai livelli del pre-Covid e a trainarlo sono le province di Venezia e Verona. Prendendo come parametro il 2019, il saldo occupazionale registrato a fine 2022 misura un +13.495 per un totale della assunzioni pari a 698mila (dati Veneto Lavoro). Salgono anche i tempo indeterminato, con un incremento dei contratti di +13.900 unità. Valori che fanno pensare a un'economia in ripresa, trainata dal settore dei servizi (+8.085), seguito dall'industria (+4.965) e, in maniera inferiore, ma comunque positiva, anche dall'agricoltura (+440). Nel territorio che va da Chioggia a Portogruaro, la parte del leone la fa Venezia, grazie alle oltre 340mila assunzioni, seguita da Portogruaro (87.210) e Jesolo (84.775). È quindi evidente che l'economia più importante sia legata al turismo: il tempo determinato, quello che viene preferito dal settore stagionale, misura infatti 481.095 assunzioni (sempre a livello provinciale). A questo seguono il somministrato, che si attesta a 104.215, il tempo indeterminato a 73.070 e l'apprendistato a 39.715.
LA RICERCA
Resta però il problema per le aziende che non riescono a far conciliare domanda e offerta lavorativa, come ha analizzato anche l'assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan: «Se le imprese non trovano personale vuol dire che il lavoro in Veneto c'è perché il nostro è un territorio pieno di opportunità. Il fenomeno del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è in crescita ed è causato da diversi fattori, quali la congiuntura economica positiva, che spinge a cercare competenze specialistiche, e l'invecchiamento della popolazione. È una situazione che va affrontata continuando a rafforzare il collegamento diretto dell'offerta formativa con il mondo delle imprese, oltre a mettere in atto politiche a sostegno della la natalità».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout