Il 25 Aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo. Con la mia compagna, una nipote, un'amica e 2 nipotini trascorriamo l'importante giornata a Venezia. Passeggiate...
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Incauti, con titoli di viaggio acquistati il giorno prima online, saliamo alle 16.11 sul treno regionale 20633 di Trenitalia Veneto, da Venezia Santa Lucia diretto a Portogruaro/Caorle. Alle 17 circa, in prossimità della stazione di Ceggia, ad una sola fermata dalla nostra destinazione (San Stino di Livenza), un giovane capotreno giunge per il giusto e rituale controllo dei biglietti; inarca un sopracciglio e ci comunica che i nostri titoli di viaggio non sono validi, in quanto, come da regolamento stampato in caratteri minuscoli, eravamo in possesso di ticket utilizzabili e regolari per 4 ore, dalle 17.11 in poi.
Si produce in una litania durante la quale ripete tre volte che lui è un pubblico ufficiale (noi, invece, saremmo gli utenti che gli pagano lo stipendio, se proprio volessimo essere pignoli!), la buona o la cattiva fede dei passeggeri non è prevista dal regolamento, avremmo dovuto informarlo al momento dell'ingresso, lui è tenuto e costretto ad applicare il regolamento e non può che multarci (30 euro a capa!) e addebitarci, bambini compresi, 6 nuovi biglietti!
Morale della favola: un viaggio di circa un'ora a bordo del famigerato Regionale, convoglio mezzo vuoto, sul quale quindi non abbiamo cercato di fare i furbi, né arrecato disagio ad altri viaggiatori o nocumento alle casse di Trenitalia, ci è costato l'iniqua cifra di 205 euro! Le leggi vanno applicate, l'ignoranza non è ammessa, ma gioverebbe rammentare al giovin pubblico ufficiale che la vita della comunità migliora se il rispetto di codici e regolamenti è esercitato con umanità e buon senso. La Storia, anche recente, pullula di burocrati con paraocchi che hanno garantito le momentanee fortune ai peggiori e più deleteri regimi. Il capotreno, anche un po' smemorato, si è dileguato dopo il saldo della clamorosa contravvenzione, senza compilare, né rilasciarci il verbale.
Immagino e auspico che l'ammirevole zelo e la draconiana inflessibilità valgano non solo nei confronti di 4 adulti onesti, rispettosi, dialoganti (per tacere dei due educatissimi bambini!), ma anche - poniamo un esempio - all'eventuale cospetto di certi drappelli di ultras in trasferta.Non so se questa amara e deludente esperienza di viaggio con Trenitalia Veneto rientri in qualche nuova, geniale strategia di marketing; certo, per i futuri spostamenti, nasce spontanea la tentazione di rivolgersi ad altre aziende o ricorrere direttamente alla cara, rivoluzionaria, davvero ecologica bicicletta!
Hermes Pittelli
San Stino Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino