Guglielmo travolto e ucciso dal tir del collega, era il suo ultimo giorno di lavoro

Gugliemo Gava e l'incidente
SPRESIANO - A breve ci sarebbe stato il cambio di consegne e per Guglielmo Gava, 63 anni, ex presidente provinciale, negli anni Novanta, della Fita Cna e membro esecutivo...

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SPRESIANO - A breve ci sarebbe stato il cambio di consegne e per Guglielmo Gava, 63 anni, ex presidente provinciale, negli anni Novanta, della Fita Cna e membro esecutivo Unatrans di Treviso, una nuova opportunità di lavoro. Per questo ieri pomeriggio il camionista trevigiano, residente a Scorzè, nel Veneziano, si trovava a Spresiano sul tir di un collega di origini rumene, I.L., classe 1971: era al suo ultimo giorno di lavoro. Un giro assieme, sul camion, per farsi spiegare gli ultimi dettagli. Ma verso le 18, una volta sceso dalla cabina dell'autoarticolato per tornare alla sua auto, Gava è stato travolto dal tir: il collega, svoltando a destra, non si è accorto di lui e lo ha investito. Nulla hanno potuto i medici del 118 intervenuti verso le 18 in via Padania Industriale, di fronte all'Odissea, al di là della Pontebbana, dove è avvenuto l'incidente e dove gli accertamenti della Polstrada di Treviso sono proseguiti fino a tarda serata, fino alle 22. Gli agenti hanno sentito a lungo il collega del camionista per capire con precisione come mai non si sia accorto della presenza del 65enne, colpito frontalmente dal tir durante la manovra. Il 50enne era inconsolabile: «Ci siamo salutati, è sceso dal tir ed è andato verso il marciapiede - ha detto in lacrime -. Io ho controllato gli specchietti e ho svoltato a destra. Non mi ero accorto che era davanti al mezzo, non potevo vederlo».


LA DINAMICA

Gava, che lascia un figlio, Andrea, raggiunto dalla terribile notizia mentre si trovava a Milano, pochi secondi prima dell'incidente aveva detto al collega: «Fermati qui, che vado a prendere la mia macchina». Era felice, a 63 anni, di aver trovato una nuova opportunità di lavoro. Avrebbe lavorato, da autonomo, per i proprietari del tir del collega. Mai si sarebbe aspettato che la giornata sarebbe finita in questo modo. E così il 50enne rumeno, che fino a pochi minuti prima aveva cercato di dare al collega più anziano ogni possibile consiglio utile. Ma dopo averlo salutato, non si è accorto che il 63enne non si trovava più sul marciapiede, ma davanti al tir. E così, appena ha dato gas, lo ha colpito. Un urto non violentissimo, ma fatale per Gava, morto praticamente sul colpo. 


LA BATTAGLIA LEGALE

Il nome di Gava, anni fa, finì sui giornali per una particolare battaglia legale. Sette anni fa il 63enne, che nel 2009 venne arrestato e passò 18 giorni in carcere, impugnò la sentenza con la quale era stato assolto dalle accuse, in appello, ma per prescrizione. Voleva un'assoluzione con formula piena, per ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione. Gava era inizialmente stato accusato di riciclaggio, poi diventato ricettazione e infine incauto acquisto. Il calvario iniziò nel 2009 quando un imprenditore di Preganziol lo incaricò di portare un autocarro in Bulgaria, dove aveva vinto un appalto. Camion noleggiato da un' azienda di Casal di Principe (Caserta) poi risultata in odore di camorra. Quando Gava stava per imbarcarsi a Bari venne arrestato: il camion risultava provento di un furto. Rimase 18 giorni dietro le sbarre, prima di tornare a casa con l'obbligo di firma. «Stava eseguendo un ordine del titolare - spiegò all'epoca il suo l'avvocato - non poteva sapere che i due camion erano stati rubati». 


 

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Il Gazzettino