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ROVIGO - Una scappatella ed un vortice di bugie raccontate al marito per non farsi scoprire, che hanno poi avuto come epilogo una condanna per calunnia. Perché dopo una serata con un uomo che le era stato presentato da un'amica, che si è trasformata in un'avventura fedifraga, al momento del ritorno a casa si è trovata davanti proprio il marito che ha iniziato ad incalzarla con delle domande mosse da un terribile sospetto. E la donna, residente in Polesine, fra i trenta ed i quarant'anni, ha cercato di nascondere la verità arrivando a dire che l'uomo al quale si era concessa l'aveva violentata. Per non far cadere il castello di falsità che aveva costruito per nascondere quanto era accaduto è poi arrivata al punto di seguire l'invito del marito a presentarsi dai carabinieri per sporgere denuncia. L'amante si è così trovato accusato di violenza sessuale.
Tuttavia, una volta resasi conto di cosa aveva messo in moto, tormentata dai sensi di colpa, quando è stata nuovamente sentita dai carabinieri ha giustamente realizzato che l'unica via d'uscita dal vicolo cieco in cui si era cacciata fosse quello di raccontare tutta la verità.
Il Gazzettino