VENEZIA - Test antidroga ai politici, il Veneto dà il via libera. Ieri il consiglio regionale ha approvato a maggioranza una mozione che dovrà portare a un...
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Il Pd giù ha votato no («Una norma incostituzionale, lesiva della privacy e inutile»), mentre qui ha scelto l'astensione: «Ma ci sottoporremo tranquillamente ai test», ha detto Orietta Salemi. Curiosamente, è stato dalle file del Pd, oltre che del M5s, che è arrivata la proposta di estendere i test anche sul fronte dell'alcol. E in aula si è scatenata la bagarre.
IL DOCUMENTO
A presentare la mozione è stato Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d'Italia: «Il nostro partito da sempre considera il consumo di stupefacenti uno dei mali peggiori della società. La droga, di qualsiasi tipo, oltre a minare la salute di chi ne fa uso, è una delle maggiori fonti di traffici illeciti e finanziamento della criminalità internazionale. Il mondo della politica e i rappresentanti all'interno delle istituzioni devono dare un forte segnale d'esempio. Gli eletti nelle istituzioni dovrebbero essere un punto di riferimento in termini di correttezza nei comportamenti sia in ambito pubblico che nel privato, anche tenendo conto della loro funzione di responsabilità e del loro ruolo».
Occhio: non ci sarà alcuna obbligatorietà, i test antidroga saranno su base volontaria. Tant'è che qualcuno si è già portato avanti: «Noi siamo passati dalle parole ai fatti, svolgendo il test appena la mozione è stata iscritta all'ordine del giorno del consiglio regionale», hanno detto Andrea Bassi e Stefano Casali (Centro Destra Veneto Autonomia e Libertà), esibendo le analisi in cui risultano negativi all'assunzione di metadone, cannabinoidi, cocaina.
LA POLEMICA
Favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere, il consigliere del M5s Jacopo Berti ha ricordato che l'assunzione di alcolici è molto più pericolosa e fa molti più danni, proponendo così di estendere i controlli: «Si faccia anche l'alcoltest». Proposta che ha visto favorevole Andrea Zanoni del Pd: «Se uno beve troppo gli si offusca la vista e magari sbaglia a premere il bottone della votazione». Affermazione che ha scatenato perplessità e obiezioni dal resto dell'aula. «E allora il brindisi che la sua collega del Pd Alessandra Moretti ha organizzato per l'elezione a europarlamentare con cosa lo fa, con l'acqua?», ha detto la capogruppo di Zaia Presidente Silvia Rizzotto. E il capogruppo della Lega, Nicola Finco: «Ben vengano i test antidroga ed estendiamoli anche ai nominati, cioè gli assessori esterni, ma non mi va che qualcuno voglia dipingere quest'aula come se fosse piena di ubriaconi». Scettico su tutti i fronti Antonio Guadagnini, capogruppo di Siamo Veneto, che peraltro sta in maggioranza esattamente come FdI di Berlato: «Se non esistono leggi che mi vietano di assumere sostanze stupefacenti o alcol, perché dovrei sottopormi ai test? Io non ho mai usato una droga e non ho mai fumato una sigaretta, ma sono contro qualsiasi gogna morale. E poi non vedo il nesso con la qualità dell'attività legislativa». È finita che Guadagnini si è astenuto e così pure il Pd, il M5s, l'assessore leghista Marcato, mentre Patrizia Bartelle di Italia in Comune non ha votato: «La dipendenza è una cosa serissima e la stiamo trattando superficialmente». Ci aveva provato anche Giovanna Negro (Veneto Cuore Autonomo) a richiamare i colleghi a non trattare con banalità l'argomento. Solo che quando ha fatto presente che esistono i test del capello, in aula la battuta è arrivata fulminea: «E Finco che è calvo?».
Alda Vanzan
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Il Gazzettino