CASTELFRANCO - Pistola in faccia alle titolari, madre e figlia, che poi vengono immobilizzate, legate dietro al bancone. Tre minuti di terrore assoluto: tanto è durato, la...
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IL COLPO Il colpo, intorno alle 18.30, poco prima della chiusura. Dopo pochi minuti, appena libere, madre e figlia hanno allertato i carabinieri del nucleo operativo. Si cercano eventuali testimoni e indizi dai filmati della videosorveglianza del centro di Castelfranco. Mancava poco alla chiusura della gioielleria, che si trova in via Puccini, una laterale, semibuia di Borgo Pieve, illuminata da poche luminarie, a poche centinaia di metri dal centro di Castelfranco. C'è poca gente in giro. Un uomo, statura media con una sciarpa al collo, entra nella Cassolato gioielleria, in quel momento deserta. Appena entra alza la sciarpa sulla faccia. Dietro al bancone la titolare e la madre. Fa vedere la pistola, senza dire una parola. Poi torna sui propri passi ed apre la porta al complice anche questo parzialmente travisato ma con in mano una pistola che punta in faccia alla titolare. Poche anzi, pochissime parole pronunciate. Solo gesti ma forti ed eloquenti. Usano il movimento dell'arma per intimare il silenzio e dare ordine a madre e figlia. I banditi si avvicinano e le immobilizzano le titolari dietro al bancone. Entrambe, paralizzate dal terrore. Quasi non respirano.
SCENA DA FILM Un bandito con la pistola tiene a bada le titolari e controlla che non entri nessuno dalla porta. L'altro, in pochi secondi, fa razzia di tutto l'oro che gli capita sotto mano, compreso quello custodito nella cassaforte che si era fatto aprire. I banditi non lasciano trasparire nervosismo. Si muovono con freddezza e calcolo. Ma sanno cosa fare. E non sbagliano nessuna mossa. Uno col braccio teso e la pistola puntata, l'altro arraffa il tesoro, quasi conoscesse a menadito la gioielleria, che forse aveva visitato nei giorni precedenti.
FUGA E INDAGINI Sono passati pochissimi minuti, ma sembrano ore alle titolari. Poi i rapinatori decidono che hanno preso abbastanza e che restare è troppo rischioso. Escono senza dire una parola, ma sono egualmente minacciosi. Percorrono via Puccini a piedi e poi svoltano in Borgo Pieve dove un complice li attende in auto. Lasciano le due donne dietro al bancone bloccate ma quando si accorgono che i due sono usciti madre e figlia si liberano e chiamano i carabinieri. È tardi. Scattano i posti di blocco, ma i banditi sono ormai svaniti nel nulla. Forse ospitati in un luogo sicuro da un basista. Sul posto arrivano subito le pattuglie dei carabinieri che effettuano rilievi e cercano di ricavare indizi dalle titolari, ancora sotto choc per la terribile esperienza. È la prima rapina che il negozio subisce in tanti anni. «Un colpo fatto da professionisti - spiegano gli investigatori - ed e in quell'ambiente che ci stiamo concentrando. Avevano pianificato tutto e forse c'è anche un basista da incastrare». Le indagini non saranno semplici. Si cercano testimoni che abbiamo visto i due prima o durante la fuga dalla gioielleria. Inoltre via Puccini è anche una zona abbastanza buia, con poche luminarie nonostante il periodo natalizio e questo potrebbe aver giocato a favore dei rapinatori. Gli investigatori stanno controllando le riprese della videosorveglianza con la speranza di trovare qualche indizio. Dopo la rapina il negozio è stato chiuso per inventario e per così quantificare i danni per il risarcimento.
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Il Gazzettino