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PADOVA - Una pratica benefica presente all'interno di tutti i reparti di ostetricia e ginecologia dell'Ulss 6 Euganea. Se papà e mamma lo desiderano, soprattutto in caso di parto con taglio cesareo, è infatti possibile far vivere al proprio bimbo il contatto pelle a pelle anche con il papà. Un contatto specialissimo, che crea una connessione unica con i propri piccolini.
Il metodo
Questo tipo di pratica è presente all'Ulss 6 da diversi anni, ma è stata rilanciata di recente per ricordare a tutti che è un servizio di cui si può usufruire in caso di necessità e che porta diversi vantaggi. Il cosiddetto "contatto pelle contro pelle" è infatti incoraggiato anche dalle linee guida dell'Oms (l'Organizzazione mondiale della sanità) e produce numerosi effetti benefici, tra cui la regolazione della temperatura corporea, la stabilizzazione dei livelli di glucosio nel sangue, il controllo della frequenza cardiaca, favorisce l'allattamento precoce e, soprattutto, aiuta a instaurare un rapporto profondo fra il neonato e il genitore, suggellando un legame indelebile che durerà per tutta la vita. Questo sistema viene utilizzato anche in altre zone d'Italia e prende il nome di "marsupio terapia", conosciuta all'estero come "kangaroo mother care". È dunque un tipo di terapia introdotta negli ospedali per aiutare, più spesso, i bambini prematuri a superare eventuali difficoltà di adattamento e salute attraverso il contatto pelle a pelle tra la mamma e il bebè.
Come funziona
La pratica, per l'appunto, consiste in un contatto pelle contro pelle tra il neonato e la mamma, o il papà, tutti i giorni fino all'uscita effettiva dall'ospedale, per un periodo di tempo giornaliero che può variare arrivando fino a circa due ore. La diversa durata del contatto può dipendere dallo stato di salute del bimbo, dal peso e dal protocollo medico a cui viene sottoposto, e generalmente si tratta di un approccio graduale da decidersi, di volta in volta man mano che si procede, insieme con il medico e l'ostetrica. In Ulss 6 Euganea il caldo abbraccio, dunque, può arrivare anche dal papà, portando così la pratica a prendere il nome di "papà canguro". Questo diventa quindi un modo per entrambi di entrare in sintonia e di imparare a conoscersi a vicenda, scoprendo ciascuno il proprio ritmo, il proprio profumo e il proprio calore.
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