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Fra le decine di migliaia di potenziali clienti, hanno contattato quello sbagliato: il comandante della compagnia di Soave della Guardia di finanza. È scattata così l'indagine che ha portato il Garante della privacy, per la prima volta in Italia, a sequestrare le banche-dati informatiche e cartacee dei call center che tempestano di telefonate gli utenti per proporre contratti d'acquisto dei prodotti energetici. Fra il Veneto e la Toscana, sono 4 le società individuate e sanzionate complessivamente per 1,8 milioni di euro.
STESSO INDIRIZZO
Si tratta della Mas Srl e della Mas Srls, entrambe con sede legale nello stesso indirizzo di Verona, nonché della Sesta Impresa Srl e della Arnia Società Cooperativa, ambedue situate nel medesimo posto a Firenze. Gli accertamenti sono iniziati il 19 febbraio 2021, periodo di restrizioni sanitarie in cui però due procacciatori d'affari giravano lo stesso per Soave a nome delle due aziende scaligere, impegnate nel promuovere i servizi di compagnie dell'energia elettrica e del gas attraverso telefonate indesiderate che hanno raggiunto pure il comandante delle Fiamme gialle. «Le attività ispettive si legge nel provvedimento del Garante restituivano un quadro di sostanziale non conformità dei trattamenti di dati personali svolti dalle due società che effettuavano chiamate promozionali finalizzate alla vendita dei servizi delle aziende energetiche Enel Energia e Hera Comm».
ELENCHI
Secondo quanto ricostruito, Mas avrebbe acquistato gli elenchi dei nomi e dei numeri da un non meglio individuato venditore presente su Facebook, da un'impresa individuale italiana e dalla società spagnola Telecontact List Sl, già oggetto di ulteriori segnalazioni.
SANZIONI
Per l'attività illegale di telemarketing, sono così state comminate sanzioni (impugnabili in Tribunale) a Mas Srl per 500.000 euro e a Mas Srls per 200.000, a Sesta Impresa per 300.000 e ad Arnia per 800.000. «È solo la punta dell'iceberg», dice la Federconsumatori. «È necessario obbligare gli operatori scorretti a risarcire tutti i cittadini danneggiati», aggiunge Gianluca Di Ascenzo (Codacons), secondo cui a fronte di 25 milioni di iscrizioni al Registro delle opposizioni, il 66% dei cittadini iscritti continua a ricevere telefonate commerciali. «Per questi call center va disposta la sospensione dell'attività», rincara la dose Massimiliano Dona (Unione nazionale consumatori). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino