Fra le decine di migliaia di potenziali clienti, hanno contattato quello sbagliato: il comandante della compagnia di Soave della Guardia di finanza. È scattata così l'indagine che ha portato il Garante della privacy, per la prima volta in Italia, a sequestrare le banche-dati informatiche e cartacee dei call center che tempestano di telefonate gli utenti per proporre contratti d'acquisto dei prodotti energetici. Fra il Veneto e la Toscana, sono 4 le società individuate e sanzionate complessivamente per 1,8 milioni di euro.
STESSO INDIRIZZO
Si tratta della Mas Srl e della Mas Srls, entrambe con sede legale nello stesso indirizzo di Verona, nonché della Sesta Impresa Srl e della Arnia Società Cooperativa, ambedue situate nel medesimo posto a Firenze.
ELENCHI
Secondo quanto ricostruito, Mas avrebbe acquistato gli elenchi dei nomi e dei numeri da un non meglio individuato venditore presente su Facebook, da un'impresa individuale italiana e dalla società spagnola Telecontact List Sl, già oggetto di ulteriori segnalazioni. Decine di migliaia di soggetti sarebbero così stati contattati, malgrado non avessero mai rilasciato il necessario consenso, con la proposta di offerte commerciali. Agli atti del Garante sono finiti i verbali della Finanza, che ha sentito sia gli agenti che i clienti. «Dalle loro dichiarazioni è scritto ancora nel provvedimento emergeva che le attività di acquisizione dei clienti per conto di Hera Comm ed Enel Energia prevedeva, per ciascun procacciatore, il contatto quotidiano telefonico di circa cinquanta potenziali clienti, da cui dovevano necessariamente derivare otto appuntamenti per le giornate successive, appuntamenti finalizzati alla conclusione di contratti con Hera Comm. Solo nel caso in cui il potenziale cliente avesse in essere un contratto con Hera Comm, doveva essere al medesimo proposto un cambio di gestore verso Enel Energia. Successivamente, il cliente veniva ricontattato affinché cambiasse nuovamente gestore (da Hera Comm a Enel Energia e viceversa)». Secondo la contestazione, Sesta Impresa e Arnia si sarebbero occupate dell'indebito inserimento delle informazioni nel database delle compagnie, incassando le relative provvigioni in contrasto con la normativa sulla privacy. Rilevanti i numeri delle chiamate: soltanto considerando quelle "utili" (cioè non interrotte dai destinatari) della sola Arnia, ne sono state conteggiate 76.618 nel 2018, 114.142 nel 2019, 99.603 nel 2020, 107.699 nel 2021 e 45.804 nei primi sei mesi del 2022.
SANZIONI
Per l'attività illegale di telemarketing, sono così state comminate sanzioni (impugnabili in Tribunale) a Mas Srl per 500.000 euro e a Mas Srls per 200.000, a Sesta Impresa per 300.000 e ad Arnia per 800.000. «È solo la punta dell'iceberg», dice la Federconsumatori. «È necessario obbligare gli operatori scorretti a risarcire tutti i cittadini danneggiati», aggiunge Gianluca Di Ascenzo (Codacons), secondo cui a fronte di 25 milioni di iscrizioni al Registro delle opposizioni, il 66% dei cittadini iscritti continua a ricevere telefonate commerciali. «Per questi call center va disposta la sospensione dell'attività», rincara la dose Massimiliano Dona (Unione nazionale consumatori).
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