Aviano. Tagli in busta paga, i controllori di volo dell'aeroporto ricorrono al Tar, ma rischiano di dover restituire parte dello stipendio

L'aeroporto Pagliano e Gori dove c'è la base Usaf
AVIANO - Non solo non otterranno quello che avevano chiesto, ma rischiano pure di dover restituire, se il comando militare dovesse ritenerlo opportuno, parte dello stipendio...

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AVIANO - Non solo non otterranno quello che avevano chiesto, ma rischiano pure di dover restituire, se il comando militare dovesse ritenerlo opportuno, parte dello stipendio già incassato negli anni precedenti. È quanto accaduto a una ventina di sottufficiali dell’Aeronautica italiana che operano all’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano, dove sono collocati gli F16 della base Usaf. Si tratta di specialisti che lavorano tutti nella torre di controllo dell’aeroporto e hanno un compito fondamentale: prendere in carico gli aerei, seguirne le tracce, aiutarli a decollare o ad atterrare in quello che è uno degli aeroporti più importanti, vista la presenza dei caccia Usa, del Nordest e dell’intera Penisola.


LA CAUSA
I militari dal primo gennaio 2023, sino al mese di ottobre dello scorso anno, si sono visti consegnare una paga mensile decisamente più bassa rispetto a quella del periodo precedente perché il Comando dell’aeroporto di Aviano, in piena sintonia con il Comando della squadra aerea dell’Aeronautica che si trova a Roma, ha deciso di ricalcolare una delle indennità del servizio, riparametrandola abbassando le aliquote e stabilendo la separazione dei ruoli. In soldoni diverse centinaia di euro in meno al mese in busta paga. I militari hanno prima chiesto conto al comando avianese, poi hanno presentato una istanza al comando generale dell’Aeronautica. In entrambi i casi sono stati “sconfitti” con perdite. 
Da qui la decisione di ricorrere al Tar del Friuli Venezia Giulia, dove, però, hanno ricevuto un’altra doccia fredda, con un sentenza negativa per il ricorso principale che è stato valutato nel merito e con due inammissibilità per le aggiunte presentate in seguito.


LA SVOLTA
Tutto nasce dal lavoro in torre di controllo, dove ci sono due funzioni, entrambe fondamentali. La prima è legata al “servizio di controllo di avvicinamento” degli aerei, la seconda, invece, è quella prettamente connessa alla torre di controllo e mirata a decolli e atterraggi. Ebbene, le due mansioni hanno una indennità differente: la prima viene pagata 40 euro a velivolo in fase di avvicinamento, la seconda, invece, arriva a 60 euro, sempre per aereo che decolla o atterra. Le due indennità erano pagate insieme: chi accompagnava gli aerei e chi li prendeva in carico, anche se persone differenti, incassava sempre 100 euro. In più l’indennità saliva rispetto al numero degli aerei monitorati. 
Ad un tratto, però, il comando dell’aeroporto ha deciso di dividere le due funzioni, erogando in busta paga solo i 40 o i 60 euro, a seconda del ruolo in cui operava in torre di controllo il militare. 


LA BOTTA
Con questa divisione netta non solo l’indennità non era più di 100 euro per aereo, ma si abbassava anche il numero complessivo dei velivoli “accompagnanti” causando un altro “buco” in busta paga. Una perdita che a fine mese si era fatta decisamente pesante.


Il Tar, però, entrando nel merito è stato decisamente severo nella sentenza. Per prima cosa i giudici hanno sottolineato che solo all’aeroporto di Aviano non esisteva quella differenziazione nei due ruoli in torre di controllo che invece è rispettata in tutti gli altri comandi. In più, rifacendosi a un regolamento dell’Unione europea, “Regole dell’aria comuni e disposizioni operative sulle procedure della navigazione aerea” ha sentenziato che c’è una differenza chiara tra le due funzioni, una riferita esclusivamente al controllo di avvicinamento dell’aereo, l’altra, invece, alle modalità di torre di controllo. Non possono essere unificate. Bene, quindi, ha fatto, secondo i giudici del Tar, il comando dell’aeroporto di Aviano a separare le funzioni anche economicamente. E poco importa - ha aggiunto il tribunale - se entrambe le operazioni vengono espletate nello stesso sito (torre di controllo) e gli operatori sono fianco a fianco: fanno due “mestieri” diversi, anche se si alternano. Talmente differenti che vengono distinti in tutti gli aeroporti militari d’Europa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino