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PORDENONE «La gestione dell’emergenza pandemica ha mostrato le ripercussioni sulle abitudini degli adolescenti e sull’approccio al mondo virtuale. Da una parte sono stati esaltati i fattori positivi legati ai metodi innovativi della didattica integrata ma, al tempo stesso, sono emersi i cattivi usi di chi, passando ancora più ore davanti a pc, tablet o smartphone, ha approfittato per lanciare persecuzioni e derisioni contro qualche compagno di classe».
L’ALLARME
Roberto Calvani, presidente regionale dell’Ordine degli psicologi, è fortemente preoccupato per gli strascichi che lockdown prima e didattica a distanza dopo hanno lasciato e continuano a lasciare in molti studenti. Non fanno una storia a parte gli istituti scolastici della Destra Tagliamento, anche se nel Friuli Occidentale la situazione sembra migliore rispetto al resto della Regione. Gli psicologi, anche con incontri sia in presenza che a distanza durante la chiusura delle scuole, sono riusciti a captare segnali di disagio e hanno prevenuto spesso situazioni ad alto rischio grazie ai centri di ascolto e agli sportelli di aiuto che sono proseguiti nonostante la pandemia «E’ innegabile: il fenomeno di bullismo e cyberbullismo - confessa Calvani - è cresciuto negli ultimi anni e colpisce individui percepiti come più deboli o diversi. Il nostro compito è quello di fungere da sentinella che intercetta il prima possibile questi casi». L’attività di sensibilizzazione coinvolge le scuole e le famiglie, anche loro alleate necessarie per contrastare il fenomeno che riguarda tutte le istituzioni.
LA SCUOLA
«Gli insegnanti, anche per il loro ruolo di pubblici ufficiali e di educatori, hanno il dovere di mantenere alta l’attenzione per evitare atteggiamenti violenti e aggressivi sia in presenza sia sulla rete, anche perché – osserva lo psicoterapeuta – sempre più spesso bullismo tradizionale e cyber risultano compresenti. Certo, il cyberbullismo, per la sua specifica natura, può colpire 24 ore su 24, ovunque si trovi chi è stato preso di mira. Le conseguenze del cyberbullismo, di per sé senza contatto fisico, sono gravi esattamente come quelle causate dal bullismo tradizionale. Può capitare addirittura che il bullo digitale sia addirittura portato ad atteggiamenti e parole più violenti e aggressivi in quanto crede di essere salvato dallo schermo».
IL CONSIGLIERE
Ne è convinto anche Alessandro Basso, consigliere regionale e consigliere comunale con delega all’Istruzione: «L’emergenza da Covid-19 - sostiene - ha posto un agenda i temi di bullismo e cyber in modo urgente e indifferibile.
Il Gazzettino