In carcere per droga ma ha l'orale della maturità: lettera alla scuola per spostarlo

In carcere per droga ma ha l'orale della maturità: lettera alla scuola per spostarlo
SAN DONÀ - Tra Pietro Manente, il sandonatese residente a Jesolo arrestato sabato scorso insieme al trevigiano Martino Pivato, e l'esame di maturità che avrebbe...

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SAN DONÀ - Tra Pietro Manente, il sandonatese residente a Jesolo arrestato sabato scorso insieme al trevigiano Martino Pivato, e l'esame di maturità che avrebbe dovuto sostenere si sono messi di mezzo i tempi della giustizia. Ieri mattina il gip Angelo Mascolo ha infatti convalidato l'arresto dei due giovani, fermati con l'auto che straripava di marijuana per un valore stimato dagli inquirenti di circa 70mila euro, ma si è riservato di decidere sulle istanze presentate dagli avvocati Gianfranco Coletti (per Pivato) e Remo Lot (per Manente) che hanno chiesto rispettivamente la modifica della misura cautelare da custodia in carcere ad arresti domiciliari e scarcerazione. Il giudice si è però preso del tempo e quindi Manente si è visto costretto a chiedere al suo avvocato di inviare al liceo scientifico dove avrebbe dovuto presentarsi questa mattina per gli orali, una comunicazione di oggettivo impedimento con richiesta di spostare la data dell'esame.


 

Il gip Mascolo non ha battuto ciglio di fronte all'impegno scolastico del ragazzo, magari per ottenere gli arresti domiciliari con un permesso speciale per potersi recare a fare l'esame orale. Tanto più che Manente, contrariamente al 19enne Pivato (che la maturità non l'avrebbe comunque ottenuta perché non è stato ammesso agli esami) ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Si è limitato a delle dichiarazioni spontanee in cui ha detto di non essere stato a conoscenza di quello che c'era nel baule della Panda intestata al padre dell'amico che stava guidando lui, cioè ben sette chili e mezzo di erba: la droga non era sua e neppure quei 3.500 euro trovati dalla pattuglia della squadra mobile che li ha bloccati tra Silea e Roncade sabato scorso, probabilmente poco dopo che i due erano usciti dalla vicina autostrada, sono in alcun modo riconducibili a lui. Martino Pivato ha invece deciso di collaborare e ha risposto alle domande del gip. Il quadro che ne esce sarebbe quello di una attività di spaccio basata soprattutto sulle cosiddette droghe leggere. (d.bar) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino