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PADOVA - Il caso dello stalker di Sotto il Salone è a una svolta. Ieri mattina, 4 luglio, davanti al Tribunale monocratico, l’avvocato Marco Locas ha chiesto per il suo assistito, Simone Michelon di 32 anni, di poter patteggiare una pena di due anni e sei mesi. Ed ha incassato il sì del pubblico ministero Sergio Dini titolare delle indagini. L’ultima parola adesso spetta al giudice Giulia Leso con la sentenza prevista per il prossimo 11 di luglio.
Verso il patteggiamento?
La Procura aveva chiesto il giudizio immediato per il commerciante di Limena titolare della profumeria “Edwige” di Sotto il Salone. Il 32enne è accusato di avere ripetutamente molestato una commessa di 28 anni dipendente di una boutique di via Roma difesa dal legale Claudia Bagattin. Gli inquirenti hanno anche ordinato al medico legale Claudio Rago, di appurare se Michelon è in grado di intendere e di volere e quindi affrontare un processo. Il responso è stato positivo, perchè all’esperto nominato è apparso molto collaborativo. In passato ha subito alcuni ricoveri per scompensi psichici, ma nulla che vada a ledere la sua capacità di rapportarsi con la realtà. Il commerciante è in carcere dal 17 di marzo.
I fatti
La commessa è stata perseguitata dal negoziante per oltre un anno. Disperata, dal dicembre dell’anno scorso a marzo di quest’anno, ha presentato cinque denunce per atti persecutori. Le prime quattro ai carabinieri e sono del 23 dicembre del 2021, e poi nei giorni tre, quattro e 15 di febbraio del 2022. Quindi l’ultima è di martedì 15 marzo questa volta alla polizia. L’episodio più drammatico si è registrato la sera di San Valentino in via Dante, quando Michelon è stato arrestato. La Procura ha agito in modo tempestivo per evitare il peggio. L’ha minacciata di morte urlandole «Hai finito di vivere». Addosso i carabinieri gli hanno trovato e sequestrato un “kubotan”, di fatto un punteruolo che può essere usato come un’arma bianca. Il Gip ha convalidato l’arresto ed è stato raggiunto dal divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati. Poi sabato cinque marzo è tornato a importunare la commessa. Il magistrato aveva chiesto l’arresto del negoziante, ma il Gip Claudio Marassi ha optato per la misura restrittiva del divieto di avvicinamento alla vittima di almeno 100 metri. Domenica, alle 20.30, Michelon ha di nuovo importunato la ragazza, seduta con un paio di amici sui tavolini di “Baessato”. Fino ad arrivare a martedì all’ora di pranzo dove è tornato alla carica, posizionando all’esterno della boutique di via Roma dove lavora la giovane. La sua presenza è stata immortalata anche dalle telecamere della videosorveglianza. Il pubblico ministero di turno Valeria Spinosa ha chiesto la convalida dell’arresto, mentre il sostituto procuratore Dini il carcere. E il Gip ha accolto entrambe le richieste, sottolineando la pericolosità sociale dell’indagato e l’avere violato la misura restrittiva già in atto.
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