L'imprenditore incassava in nero grazie alle sponsorizzazioni sportive

L'imprenditore incassava in nero grazie alle sponsorizzazioni sportive
QUERO VAS - Dietro alle sponsorizzazione sportive non c'è sempre e solo il mecenatismo, ma spesso un sistema collaudato per evadere il fisco, aumentando gli incassi...

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QUERO VAS - Dietro alle sponsorizzazione sportive non c'è sempre e solo il mecenatismo, ma spesso un sistema collaudato per evadere il fisco, aumentando gli incassi della propria azienda. Il meccanismo, testato in più parti d'Italia, a tutti i livelli, ha trascinato in tribunale il legale rappresentante della Eurodecori di Quero Vas, leader nel mondo della meccanica, dell'abbigliamento, pelletteria, occhialeria, oggettistica ed altri settori, e i rappresentanti di tre società sportive, una nel mondo del rally, chiusa nel 2015, una del calcio giovanile e una del calcio a cinque. Sono accusati di aver emesso fatture su operazioni inesistenti per consentire al loro sponsor di evadere il fisco. Un gioco che avvantaggiava entrambe le parti. La cifra donata allo sport solo nel 2011 sarebbe stata ingente, si parla di 2-300mila euro. Troppi per non passare inosservata agli occhi di chi monitora costantemente la dura vita del  contribuente. La Guardia di Finanza decise di vederci chiaro. Si scoprì così, sempre secondo la tesi accusatoria, che in realtà tanta generosità tornava nelle casse dalle quali era uscita. Il meccanismo? Semplice, l'imprenditore scaricava 100mila euro di sponsorizzazione, la società sportiva li fatturava e poi restituiva in contanti anche il 50-70 per cento di quanto ricevuto. In questo modo il denaro che rientrava in azienda veniva sottratto alla tassazione dell'Iva. La Procura ha effettuato controlli incrocianti tra le fatture emesse dalle società sportive, i prelievi effettuati dalle stesse e i versamenti che, contestualmente, effettuava l'imprenditore. Inoltre, gli inquirenti hanno rinvenuto degli appunti dell'imprenditore che riportava a penna quanto uscito e a matita quanto tornava indietro. Sotto il profilo accusatorio i conti tornerebbero.

Stesso trafila anche nel 2013, ma questo capitolo deve ancora arrivare davanti al giudice per l'udienza preliminare. 
La difesa dell'imprenditore, affidata all'avvocato Davide Bruda, ha chiesto un rinvio dell'udienza in modo da poter prima sanare la contesa col Fisco, si parla di un debito di 70mila euro. L'azzeramento del debito con lo Stato permetterà un eventuale patteggiamento o comunque un rito alternativo che alleggerisca il peso di un reato punito severamente. Inoltre ha chiesto il ricongiungimento dei due fascicoli.

La società di rally, chiusa nel 2015, era rappresentata dagli avvocati Roberta Resenterra e Liuba D'Agostini, ma su questa posizione pende la prescrizione. Per il legale rappresentante del calcio a 5, il difensore Alessandra Conti, ha evidenziato un errore di imputato, mentre per la società giovanile, difesa dall'avvocato Valentina Zullo, è stata sollevata l'eccezione di incompetenza territoriale essendo la società di Valdobbiadene (Tv). Sulle richieste il giudice si è riservato, rinviando l'udienza al 9 maggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino