Spese elettorali: Brugnaro paperone E la Corte dei conti chiede la lista

Spese elettorali: Brugnaro paperone E la Corte dei conti chiede la lista
VENEZIA - C’è tanto di delibera del Collegio regionale di controllo sulle spese elettorali della Corte dei conti: entro il 23 ottobre il Comune di Venezia dovrà inviare...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - C’è tanto di delibera del Collegio regionale di controllo sulle spese elettorali della Corte dei conti: entro il 23 ottobre il Comune di Venezia dovrà inviare l’elenco dei candidati e dei partiti alle ultime comunali, il numero dei cittadini iscritti alle liste lttorali, la data di convocaizone dei comizi elettorali, la certificazione dell’nsediamento del nuovo consiglio comunale. La Corte dei conti insomma, come prevede la legge, vuole passare al setaccio le spese elettorali.




IL SINDACO - Spese che, nel frattempo, sono giunte alla Commissione regionale di garanzia della Corte d’Appello. Un lista lunghissima, che parte dal sindaco Luigi Brugnaro, il quale, per conquistare Ca’ Farsetti, ha investito di tasca sua 315.590 euro e 76 centesimi. Una spesa contestata dal Gruppo XXV Aprile, che continua a chiedersi se la cifra dichiarata a titolo forfettario dal primo cittadino comprenda anche gli affitti delle sedi elettorali nella città storica e in terraferma, le grigliate e gli spritz che hanno accompagnato i suoi incontri con il "popolo fucsia" e manifestazioni come quella pro grandi navi a bordo di rimorchiatori.



"Incongruenze" o no, a beneficiare di sedi, pubblicità e santini donati dal candidato sindaco sembrano essere stati proprio gli eletti nella lista Brugnaro. Che, salvo poche dichiarazioni non ancora pervenute e Renzo Scarpa, per il quale un seggio in Consiglio comunale è costato 1.873 euro, hanno presentato tutti autocertificazioni a zero spese (idem per gli assessori di riferimento Paola Mar, Simone Venturini, Paolo Romor e Massimiliano De Martin; Giorgio D'Este di Coesione Popolare, invece, ha sborsato solo 83 euro).

CASSON - Non c’è partita tra quanto speso da Brugnaro e lo sfidante Felice Casson. Il senatore ci ha messo 69.836 euro. Dalla sua pratica risultano 3.921 euro versati personalmente, 12.838 da contributi raccolti durante le primarie del centrosinistra, 7.500 pervenuti dal Pd provinciale e 37.226 da persone fisiche non menzionate (in questo caso, la citazione per importi inferiori a 5.000 euro non è obbligatoria). Più 1.844 euro dalla società veronese Ebland (una società che commercia opere d’arte con Artantide.com, probabilmente collegata a Casson dall’iniziativa con cui il senatore aveva finanziato la sua campagna con la vendita di quadri), 2.500 da Star Venice Servizi Srl (societàò di trasporti del centro storico), altrettanti dalla Società di navigazione Canalgrande e 2.000 da Immobiliare Complessi Srl, società di intermediazione immobiliare nata per occuparsi del progetto Vega 3 di Porto Marghera. Tra i consiglieri della sua lista, invece, si va dai 1.374 euro dichiarati dall'ex antagonista alle primarie Nicola Pellicani alle zero spese dell'editore-libraio Giovanni Pelizzato.



IL PD - Nel Pd, l'importo più alto tra gli eletti è quello dell'ex assessore Andrea Ferrazzi: 1.833 euro pagati completamente di tasca sua. Nessun contributo esterno anche per i compagni di partito Gabriele Scaramuzza e Claudio Borghello, che pur essendo rimasti fuori dal Consiglio ne hanno sborsati 5.775 e 2.132. Questi si, letteralmente buttati via.

I 5 STELLE - Mentre nel Movimento 5 Stelle, il candidato sindaco Davide Scano non ha speso un centesimo, per 2.076 euro coperti totalmente da contributi di persone fisiche. Sempre tra gli esclusi (in questo caso, per dimissioni), Gian Angelo Bellati, candidato sindaco al primo turno per la Lega Nord, ha dichiarato 16.000 euro tutti suoi e 1.370 ottenuti da vari privati.



FORZA ITALIA E ALTRI - Campagna ridotta all'osso per Forza Italia (nessuna spesa per Saverio Centenaro e Deborah Onisto). Eccetto per l'assessore al Bilancio, Michele Zuin, che ha investito personalmente per la sua rielezione 4.747 euro. Di tutto rispetto anche il rendiconto del colleghi di giunta Renato Boraso e Francesca Zaccariotto (già candidata sindaco al primo turno): rispettivamente 22.813 e 30.403 euro, di cui 9.950 assicurati dal Comitato Civica 2015 e 16.567 da contributi di privati attraverso l'Associazione Venezia Domani.



CANDIDATI SINDACO - Infine, tra gli altri aspiranti alla carica di primo cittadino non premiati dalle urne, Alessandro Busetto del Partito Comunista dei Lavoratori, Giampietro Pizzo di VeneziaCambia 2015 e Francesco Mario D'Elia dell'omonima lista hanno presentato autocertificazioni a zero spese. E Camilla Seibezzi (Noi la Città) ha dichiarato 577 euro, a fronte di contributi di privati per 500.© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino