Era sceso dall’auto per una manciata di secondi. Voleva solo dare un’occhiata a una casetta inerpicata sulle colline di Guia, a Valdobbiadene, su cui campeggiava un...
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L’incidente è avvenuto poco prima delle 17. Non è chiaro se la vettura fosse dotata o meno del cambio automatico. Ma dopo pochi secondi ha cominciato a muoversi a ritroso. La Land Rover ha percorso così, in accelerazione costante, circa un chilometro e 800 metri. Poi l’impatto a fondo valle con il muro in cemento, violentissimo. Adriana Bertolo, casalinga, madre di tre figli, è morta sul colpo. Inutile l’intervento tempestivo di medici e infermieri del 118, che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso e offrire il loro aiuto al marito, sotto choc. La donna è stata quindi estratta dalle lamiere dai vigili del fuoco di Montebelluna. Toccherà ora ai carabinieri di Vittorio Veneto ricostruire con esattezza quanto accaduto e presentare una relazione completa alla Procura.
La tragedia che si è consumata ieri ha sconvolto tutta Castelfranco. «Sono profondamente scosso dalla scomparsa di Adriana Bertolo – dice il sindaco Stefano Marcon –. Conoscevo lei e la sua famiglia, molto attiva e unita, ma soprattutto conosco il marito, stimatissimo primario, persona molto benvoluta a cui esprimo il cordoglio mio e di tutta la comunità». A sconvolgere gli amici e i conoscenti la dinamica dell’incidente: «Dispiace per Adriana e dispiace per la famiglia e il marito, storico primario di Oncologia del San Giacomo – sono le parole di un medico di Castelfranco – il dottor Manente è un punto di riferimento anche a livello nazionale nell’Oncologia, una persona di intelligenza superiore alla media, uno dei più giovani primari d’Italia. Quello che è successo a lui, aver dimenticato d’impostare il freno a mano per scendere dall’auto pochi istanti, sarebbe potuto succedere a tutti». «Notizia terribile, sono vicino al dottor Manente, persona ineccepibile dal punto di vista non solo professionale ma anche umano», sono le parole del dottor Carlo Cernetti, primario di Cardiologia. Tra gli amici “fraterni”, Egidio Fior, patron dell’omonimo hotel: «Per me Paolo è come un fratello. È sempre stato prudente e attento in ogni sua azione. Non poteva esserci notizia peggiore, lui è sempre stato legatissimo alla moglie. Ad unirli il loro grande amore, anche nei confronti dei tre figli a cui va ora il mio pensiero». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino