PETTORAZZA GRIMANI - «Perché l’area boschiva Le Stoppaccine non esiste più?». Se lo chiede la delegazione provinciale della Lega italiana...
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Marangoni si chiede come sia stato possibile che questo presunto danno all’ecosistema si sia verificato senza che nessuno sia intervenuto e nella totale indifferenza dei cittadini. «Oggi - prosegue Marangoni- è disponibile una vasta letteratura scientifica che valuta gli impatti degli approcci gestionali e quantifica anche in termini economici, i servizi ecosistemici prodotti dalle piante».
Nello spianare l’area per coltivarla a soia, secondo i vertici della Lipu, sarebbero stati distrutti anche i nidi di alcune specie protette, essendo intervenute le ruspe durante la stagione della riproduzione. «In tale ambiente - precisa Marangoni - era possibile vedere l’upupa, simbolo della nostra associazione, ma anche il picchio verde, quello rosso maggiore, oltre alla ghiandaia e al gheppio. Si potevano trovare anche tante altre specie di uccelli e animali, come le volpi. Era una biodiversità utile alla natura e all’uomo».
La Lipu, che da da anni è attiva nel cercare di orientare la gestione del verde sia privato che pubblico verso criteri ecologici, al fine di mantenere gli ecosistemi che si sono creati nel tempo, migliorare il paesaggio e incrementare la biodiversità, si pone una domanda: «La comunità di Pettorazza Grimani e quella polesana, dopo la distruzione di 23 mila metri quadrati di ambiente, rimane indifferente? Non si chiede se quello che è stato fatto è sbagliato? Può essere solamente l’aspetto privatistico ed economico a regolare la biodiversità, distruggendo questi biotopi? È come tagliare il ramo su cui siamo seduti. Dovremmo anzitutto pensare a questo. Noi tutti abbiamo una responsabilità. A noi, come associazione, spetta il compito di segnalare affinché situazioni simili non si ripetano più. È compito delle istituzioni vigilare».
«Non c’era alcun vincolo sull’area - commenta il sindaco Gianluca Bernadinello - e l’area non era classificata come bosco o boschiva. Era solo cresciuta della vegetazione spontanea». «Il dato di fatto è che prima c’era un polmone verde e ora non c’è più - commenta per la minoranza Sandra Davin - e questo non si può negare. Non entro nel merito, dico solo che si poteva parlarne, salvaguardarne una parte e intervenire fuori della stagione riproduttiva». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino