Furioso per le critiche al "suo" padiglione della Biennale: Sgarbi condannato

VENEZIA - Dovrà pagare quattro volte di più di risarcimento e sanzione - per 24 mila euro oltre alle spese - il critico d'arte e politico Vittorio Sgarbi per sms...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - Dovrà pagare quattro volte di più di risarcimento e sanzione - per 24 mila euro oltre alle spese - il critico d'arte e politico Vittorio Sgarbi per sms ingiuriosi e diffamazione a mezzo stampa nei confronti del giornalista Sebastiano Grasso, già responsabile delle pagine dell'arte del Corriere della Sera.


Vittorio Sgarbi contro Maristhell Polanco a Non è l'Arena: Giletti costretto a mandare la pubblicità

Lo ha stabilito la Corte d'appello civile di Milano, presieduta da Walter Saresella, confermando il giudizio di primo grado e aumentando di molto però l'entità della pena pecuniaria. La notizia è stata resa nota da Biagio Cartillone, legale di Grasso, che ha prodotto integralmente la sentenza. Contrariato da un articolo sul quotidiano milanese che criticava il Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2011, da lui curato, Sgarbi prima ha iniziato a scrivere sms con parolacce e offese all'autore del pezzo pubblicato, e poi in un articolo su Il Giornale ha usato nei confronti del recensore considerazioni da lui ritenute diffamatorie. In un primo momento l'articolista aveva soprasseduto ai messaggini sul telefonino. Ma quando Sgarbi ha scritto, fra l'altro, su Il Giornale che Grasso aveva reso la pagina dell'arte «una riserva di favori e dispetti» ha adito le vie legali. 
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino