VENEZIA - Dovrà pagare quattro volte di più di risarcimento e sanzione - per 24 mila euro oltre alle spese - il critico d'arte e politico Vittorio Sgarbi per sms ingiuriosi e diffamazione a mezzo stampa nei confronti del giornalista Sebastiano Grasso, già responsabile delle pagine dell'arte del Corriere della Sera.
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Lo ha stabilito la Corte d'appello civile di Milano, presieduta da Walter Saresella, confermando il giudizio di primo grado e aumentando di molto però l'entità della pena pecuniaria. La notizia è stata resa nota da Biagio Cartillone, legale di Grasso, che ha prodotto integralmente la sentenza. Contrariato da un articolo sul quotidiano milanese che criticava il Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2011, da lui curato, Sgarbi prima ha iniziato a scrivere sms con parolacce e offese all'autore del pezzo pubblicato, e poi in un articolo su Il Giornale ha usato nei confronti del recensore considerazioni da lui ritenute diffamatorie.
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Lunedì 3 Giugno 2019In un primo momento l'articolista aveva soprasseduto ai messaggini sul telefonino. Ma quando Sgarbi ha scritto, fra l'altro, su Il Giornale che Grasso aveva reso la pagina dell'arte «una riserva di favori e dispetti» ha adito le vie legali.