PADOVA - Il fanale rotto, l'estintore scarico e la porta di sicurezza che non si apre. La mancata assicurazione, l'assenza di revisione oppure la patente scaduta. È...
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«Eseguiamo dei controlli a campione sugli scuolabus ma anche sugli autobus che portano i ragazzi in gita scolastica: spesso compiono lunghi tragitti e tutto deve essere perfettamente in regola. I nostri controlli riguardano sia l'efficienza dei mezzi sia lo stato psicofisico del conducente, con apposito alcoltest. Grazie ad un protocollo tra la Polizia Stradale e il Ministero dell'Istruzione - prosegue Martorano - noi sappiamo sempre chi va in gita, con quale ditta e chi è il conducente. Non riusciamo a fare accertamenti su ogni singolo viaggio perché la nostra provincia è molto ampia e le gite si concentrano quasi tutte nello stesso periodo, quello primaverile. Le contestazioni sono di vario genere e se tutto non è in regola il pullman non può partire».
Un anno fa a Padova un autista era stato pizzicato di primissima mattina con un tasso alcolemico di 0,2: per gli automobilisti il limite è fissato a 0,5, ma per i conducenti dei pullman e degli scuolabus il limite è zero. Il bus diretto al castello del Catajo non era potuto partire e la ditta aveva dovuto trovare un autista sostitutivo. Un caffè corretto, o forse una serata alcolica il giorno prima, era costata all'autista, padovano di 48 anni, anche 148 euro di multa.
«Per quanto riguarda i bus a noleggio con conducente, noi ci occupiamo anche dei viaggi internazionali - spiega ancora il comandante della Polstrada -. Qui a Padova ci è capitato anche di fermare un autista ubriaco in autostrada: aveva portato un gruppo di fedeli dell'est Europa a Lourdes e li stava riportando a casa».
L'INVESTIMENTO
Anche i carabinieri negli ultimi mesi hanno messo in atto servizi specifici legati al trasporto-studenti. I militari organizzarono dei servizi specifici su tutti gli scuolabus della provincia (gestiti da un centinaio di ditte) dopo la tragedia dello scorso 20 settembre, quando a San Martino di Lupari il piccolo Martin Fior morì ad otto anni travolto da uno scuolabus. Stava tornando a casa da scuola in bicicletta con la mamma. In quel caso non furono ravvisate responsabilità del conducente (i testimoni raccontarono che il bimbo perse l'equilibrio finendo in mezzo alla strada), ma i carabinieri decisero comunque di accendere i riflettori su ogni scuolabus verificando revisioni, assicurazioni e regolarità dei conducenti. In vista del prossimo anno scolastico ci sarà un'ulteriore stretta sui controlli. Il prefetto Renato Franceschelli ha già manifestato questa intenzione.
G.Pip.
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Il Gazzettino