PADOVA - Posti di blocco, controlli nei locali, presidi nelle piazze. Bobo-Dioulasso, la città del Burkina Faso dove sono stati avvistati per l’ultima volta...
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Una conferma in questo senso arriva anche dal governo del Burkina Faso. «Le nostre autorità stanno facendo il massimo sforzo per ritrovare la coppia - assicura Jean Paul Badoum, direttore della comunicazione del Ministero per la Sicurezza -. Anche la popolazione è stata invitata a dare la massima collaborazione. I nostri uomini sono da tempo al lavoro nell’intero territorio nazionale e stanno facendo tutto il possibile».
Il pm Sergio Colaiocco della Procura di Roma ha in mano un fascicolo per sequestro di persona e negli ultimi giorni ha preso quota l’ipotesi che i due ragazzi siano stati rapiti da un gruppo jihadista. È una ricostruzione possibile? Badoum risponde con toni abbottonati, gli stessi usati in Italia dalla Farnesina. «In questo momento - spiega - nessuna ipotesi può essere scartata».
SILENZI E SPERANZE
Dopo gli appelli pubblici delle scorse settimane, la famiglia Tacchetto ha scelto il silenzio. «Lasciamo lavorare gli investigatori, che sanno sicuramente fare bene il loro lavoro» ripete come un mantra il padre Nunzio, ex sindaco di Vigonza.
Angoscia e speranza anche nella regione canadese del Quebec: «Il nostro primo ministro ha dichiarato che mia figlia è viva. Noi non abbiamo notizie certe, ma di sicuro non perderemo la speranza» dice mamma Jocelyne, attendendo dall’altra parte dell’oceano.
IL VIAGGIO
Edith e Luca erano partiti il 20 novembre dal Veneto a bordo di una Renault Megane con l’intenzione di percorrere diecimila chilometri attraversando Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Mali e Burkina. La meta finale era il Togo, dove avrebbero dovuto lavorare per un mese da volontari per il progetto di ecosostenibilità ambientale “Zion’Gaia”.
L’anno scorso i due giovani avevano viaggiato assieme in Canada e in California: l’affinità era enorme, tanto da spingerli senza paura ad organizzare un viaggio nel cuore del Continente nero. L’ultima loro traccia è un video inviato su WhatsApp dall’architetto alla famiglia alle 23.57 di sabato 15 dicembre dalla città di Bobo-Dioulasso.
«Edith e Luca hanno dormito a casa mia e l’indomani mattina ci siamo salutati. Dovevano andare nella capitale per farsi un nuovo visto» ha sempre raccontato l’amico Robert, conosciuto dai due ragazzi una settimana prima alla frontiera. Da quel momento in poi, però, il nulla. Sono spariti assieme alla loro auto, che Luca pare avesse intenzione di vendere. In queste ore i funzionari del Ministero degli Esteri e gli uomini dell’Interpol sono chiamati ad un lavoro estremamente delicato. Prima di dialogare con gli eventuali rapitori, infatti, bisogna stringere saldi contatti con i mediatori.
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino