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DOLO - Un fenomeno in aumento nel comparto della calzatura, quello denunciato dalla Confartigianato della Riviera e dalla Cna del Miranese. Si tratta della presenza di aziende che operano sul mercato, facendo ricorso a realtà (spesso piccoli e medi laboratori) che forniscono prodotti o lavorazioni competitive grazie ad un abbassamento del costo del lavoro raggiunto non rispettando le norme. Una situazione che va a minare l'immagine costruita nel tempo e di eccellenza del settore e, pertanto, le due associazioni chiedono di puntare al più presto sull'adesione ad una filiera certificata con un Marchio doc della scarpa della Riviera del Brenta a cui le imprese della zona dovrebbero aderire però in massa.
LA SITUAZIONE
«Anche nell'area del distretto della calzatura della Riviera del Brenta spiegano Giorgio Chinellato segretario dell'Associazione Artigiani e Michele Barison della Cna del Miranese - la situazione va monitorata con estrema attenzione. Siamo di fronte infatti alla presenza di tacchifici e suolifici in cui tanti lavoratori, lavorano in maniera non regolarizzata». Lavorando così le aziende riescono ad abbassare del 30% il costo della manodopera. «Se si tiene presente - sottolineano Chinellato e Barison - che il costo della manodopera rappresenta il 60-70% del costo nella realizzazione delle calzature, si può capire quanto danno recano alle aziende che, invece, lavorano rispettando pienamente le regole».
Peraltro, evidenziano i rappresentanti delle due associazioni, si tratta di attività che aprono e chiudono nel giro di due-tre anni. Sono aziende che sono iscritte quasi sempre come ditte di nome collettivo (snc) o società individuali, non hanno cioè bisogno come le srl di presentare un bilancio. E poi chiudono prima che le autorità ne certifichino le irregolarità. Dopo aver chiuso infatti riaprono subito dopo con un altro nome. Da alcune stime fatte queste aziende si aggirano sulla cinquantina in tutto il comprensorio della Riviera e sono gestite per lo più da cittadini stranieri.
LA PROPOSTA
Il comparto della calzatura della Riviera del Brenta conta complessivamente 550 imprese per quasi 10 mila dipendenti in zona. «Per uscire da questa situazione in un periodo in cui anche la crisi legata alla pandemia colpisce forte il settore ribadiscono Chinellato e Barison è importante puntare sulla certificazione del prodotto, rilanciando il 'Marchio Doc' della calzatura della Riviera del Brenta al tavolo della Consulta territoriale ripartita lo scorso gennaio. È un Marchio ideato anni fa e mai decollato. Per farlo serve stavolta una adesione massiccia delle aziende del comparto».
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Il Gazzettino