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TREVISO - La presenza di personale No-Vax rischia di mandare in crisi la Terapia intensiva di Treviso e il reparto di Medicina di un altro ospedale della Marca. Lavorano proprio in questi due settori alcuni dei 120 dipendenti dell’Usl che nonostante l’obbligo per il personale sanitario non si sono vaccinati contro il Covid, senza un valido motivo. I tempi si sono leggermente allungati. Ma la sostanza non cambia. Adesso stanno per ricevere le raccomandate dell’azienda sanitaria. «Sono chiamati a vaccinarsi entro il 10 ottobre – scandisce Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – se non lo faranno, dal 13 ottobre resteranno a casa». Con il relativo azzeramento dello stipendio. Il giorno dopo la prima scadenza, l’11 ottobre, ci sarà un incontro tra la stessa azienda sanitaria e i sindacati per decidere l’eventuale riorganizzazione di alcuni settori a causa delle nuove assenze. Quel che è certo è che l’Usl non ha alcuna intenzione di cambiare rotta dopo che la commissione istituita per vigilare proprio sul rispetto dell’obbligo vaccinale ha chiarito che queste persone non hanno problemi di salute tali da sconsigliare l’iniezione anti-Covid.
La Rianimazione del Ca’ Foncello ha già contato la sospensione dal servizio di due operatori sociosanitari che hanno scelto di non vaccinarsi.
Il Gazzettino