Sanitari no vax, altre sospensioni in arrivo: a rischio la terapia intensiva del Ca' Foncello

Terapia intensiva Covid
TREVISO - La presenza di personale No-Vax rischia di mandare in crisi la Terapia intensiva di Treviso e il reparto di Medicina di un altro ospedale della Marca. Lavorano proprio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO - La presenza di personale No-Vax rischia di mandare in crisi la Terapia intensiva di Treviso e il reparto di Medicina di un altro ospedale della Marca. Lavorano proprio in questi due settori alcuni dei 120 dipendenti dell’Usl che nonostante l’obbligo per il personale sanitario non si sono vaccinati contro il Covid, senza un valido motivo. I tempi si sono leggermente allungati. Ma la sostanza non cambia. Adesso stanno per ricevere le raccomandate dell’azienda sanitaria. «Sono chiamati a vaccinarsi entro il 10 ottobre – scandisce Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – se non lo faranno, dal 13 ottobre resteranno a casa». Con il relativo azzeramento dello stipendio. Il giorno dopo la prima scadenza, l’11 ottobre, ci sarà un incontro tra la stessa azienda sanitaria e i sindacati per decidere l’eventuale riorganizzazione di alcuni settori a causa delle nuove assenze. Quel che è certo è che l’Usl non ha alcuna intenzione di cambiare rotta dopo che la commissione istituita per vigilare proprio sul rispetto dell’obbligo vaccinale ha chiarito che queste persone non hanno problemi di salute tali da sconsigliare l’iniezione anti-Covid. 


La Rianimazione del Ca’ Foncello ha già contato la sospensione dal servizio di due operatori sociosanitari che hanno scelto di non vaccinarsi. Questo non aveva causato difficoltà a livello organizzativo. Ma c’è il rischio che ora ci possano essere altre defezioni. «Scelte del genere sono difficili da comprendere dopo le sofferenze che loro stessi hanno visto nell’ultimo anno e mezzo», allargano le braccia gli specialisti. Per quanto riguarda le sospensioni rese operative, l’Usl della Marca ha già lasciato a casa complessivamente 220 operatori della sanità che non si sono vaccinati, sempre senza un valido motivo: 200 sono operatori in servizio nell’ambito privato, compresi 24 medici (non dottori di famiglia), 38 biologi e 22 dentisti, e 20 sono dipendenti diretti dell’azienda sanitaria (2 medici, 10 infermieri e 8 oss). E non è finita. Perché la commissione presieduta dal direttore sanitario Stefano Formentini è ancora chiamata a valutare la posizione degli ultimi 200 professionisti che non si sono vaccinati. Comprese le persone che lavorano nelle case di riposo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino