TREVISO - La presenza di personale No-Vax rischia di mandare in crisi la Terapia intensiva di Treviso e il reparto di Medicina di un altro ospedale della Marca. Lavorano proprio in questi due settori alcuni dei 120 dipendenti dell’Usl che nonostante l’obbligo per il personale sanitario non si sono vaccinati contro il Covid, senza un valido motivo.
La Rianimazione del Ca’ Foncello ha già contato la sospensione dal servizio di due operatori sociosanitari che hanno scelto di non vaccinarsi. Questo non aveva causato difficoltà a livello organizzativo. Ma c’è il rischio che ora ci possano essere altre defezioni. «Scelte del genere sono difficili da comprendere dopo le sofferenze che loro stessi hanno visto nell’ultimo anno e mezzo», allargano le braccia gli specialisti. Per quanto riguarda le sospensioni rese operative, l’Usl della Marca ha già lasciato a casa complessivamente 220 operatori della sanità che non si sono vaccinati, sempre senza un valido motivo: 200 sono operatori in servizio nell’ambito privato, compresi 24 medici (non dottori di famiglia), 38 biologi e 22 dentisti, e 20 sono dipendenti diretti dell’azienda sanitaria (2 medici, 10 infermieri e 8 oss). E non è finita. Perché la commissione presieduta dal direttore sanitario Stefano Formentini è ancora chiamata a valutare la posizione degli ultimi 200 professionisti che non si sono vaccinati. Comprese le persone che lavorano nelle case di riposo.