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TREVISO - L'avventura di Ryanair in Veneto è iniziata nel maggio del 1998 con l'atterraggio a Treviso del primo volo da Londra Stansted. E dopo il trasferimento al Marco Polo di Venezia, è proprio questo il collegamento che il sindaco di Treviso ora vorrebbe riportare al Canova. Mario Conte l'ha già chiesto in modo esplicito a Save, la società che gestisce entrambi gli scali. Non è semplice. Tanto più che dalla fine di marzo anche il volo Ryanair da e per Brindisi verrà spostato da Treviso a Venezia. Ma la compagnia low cost non chiude la porta.
Mauro Bolla, country manager per l'Italia di Ryanair, c'è qualche possibilità che Venezia perda il collegamento con Londra a vantaggio di Treviso?
«Non c'è una logica territoriale, ma una logica di ottimizzazione di un network. Ryanair è un vettore europeo che ha molti giri macchina. Quando facciamo spostamenti tra un aeroporto e l'altro è una questione di network, non di territorio. Detto questo, se una municipalità chiede ad alta voce un volo, noi siamo pronti ad ascoltare e a capire se all'interno del network c'è lo spazio per poterlo fare».
Quel che è certo è che con l'apertura della nuova base il Marco Polo sta diventando sempre più un aeroporto di riferimento per Ryanair.
«Abbiamo aperto la base a Venezia nel marzo del 2022, anche se i primi voli al Marco Polo risalgono al giugno del 2011.
Qualcuno teme che Treviso diventi un aeroporto secondario per quanto riguarda le destinazioni.
«No. L'idea che Treviso non sia importante per Ryanair è sbagliata. I numeri dicono un'altra cosa. La capacità di Ryanair è quella di sviluppare i territori. Voliamo a Palermo e Trapani, che sono molto vicini. Così come a Comiso e Catania, gli scali del Lazio, fondamentalmente tutti gli scali della Calabria, quelli della Puglia. E così via. Siamo presenti in 30 aeroporti in Italia, con 17 basi. Puntiamo a sviluppare ogni area in senso univoco e indipendente. Siamo molto legati al territorio».
A proposito, come sta andando la compagnia nel sistema aeroportuale del Veneto?
«Il Veneto è la terza regione d'Italia dove siamo cresciuti di più questa estate, in termini di capacità, cioè di posti messi in vendita, dopo Sicilia e Lombardia. Più in generale, nel sistema aeroportuale veneto, che per noi vuol dire prima Treviso e Verona, ai quali si è aggiunta Venezia, negli anni abbiamo trasportato complessivamente oltre 42 milioni di passeggeri (32 milioni su Treviso, ndr)».
E che tipo di andamento state registrando nell'aeroporto di Verona?
«Non è una base, ma rappresenta un'operazione storica, iniziata nel 2006. Abbiamo 12 rotte. Con la prospettiva di trasportare 970mila passeggeri nell'anno fiscale 2023, cioè da aprile 2022 a marzo 2023. A Verona siamo arrivati al 30% del market share, salendo del 19% rispetto a prima del Covid. Siamo la compagnia più importante e continuiamo a crescere, mentre la competizione è scesa».
Questo vuol dire che il low cost non è finito?
«Al contrario, è stato l'unico settore che ha ripreso subito dopo l'emergenza sanitaria».
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Il Gazzettino