Ryanair apre al volo per Londra: «Pronti a valutare il passaggio da Venezia a Treviso»

Giovedì 24 Novembre 2022 di Mauro Favaro
Mauro Bolla

TREVISO - L'avventura di Ryanair in Veneto è iniziata nel maggio del 1998 con l'atterraggio a Treviso del primo volo da Londra Stansted.

E dopo il trasferimento al Marco Polo di Venezia, è proprio questo il collegamento che il sindaco di Treviso ora vorrebbe riportare al Canova. Mario Conte l'ha già chiesto in modo esplicito a Save, la società che gestisce entrambi gli scali. Non è semplice. Tanto più che dalla fine di marzo anche il volo Ryanair da e per Brindisi verrà spostato da Treviso a Venezia. Ma la compagnia low cost non chiude la porta.


Mauro Bolla, country manager per l'Italia di Ryanair, c'è qualche possibilità che Venezia perda il collegamento con Londra a vantaggio di Treviso?
«Non c'è una logica territoriale, ma una logica di ottimizzazione di un network. Ryanair è un vettore europeo che ha molti giri macchina. Quando facciamo spostamenti tra un aeroporto e l'altro è una questione di network, non di territorio. Detto questo, se una municipalità chiede ad alta voce un volo, noi siamo pronti ad ascoltare e a capire se all'interno del network c'è lo spazio per poterlo fare».


Quel che è certo è che con l'apertura della nuova base il Marco Polo sta diventando sempre più un aeroporto di riferimento per Ryanair.
«Abbiamo aperto la base a Venezia nel marzo del 2022, anche se i primi voli al Marco Polo risalgono al giugno del 2011. Una base che conta 4 aeromobili, dato che adesso è arrivato anche l'ultimo. Per un totale di 27 rotte, compresi 20 nuovi collegamenti. È una struttura che garantisce oltre 280 voli settimanali, con collegamenti con 11 Paesi. Ci sono 120 addetti diretti e si stimano oltre 2.000 legati all'indotto».


Qualcuno teme che Treviso diventi un aeroporto secondario per quanto riguarda le destinazioni.
«No. L'idea che Treviso non sia importante per Ryanair è sbagliata. I numeri dicono un'altra cosa. La capacità di Ryanair è quella di sviluppare i territori. Voliamo a Palermo e Trapani, che sono molto vicini. Così come a Comiso e Catania, gli scali del Lazio, fondamentalmente tutti gli scali della Calabria, quelli della Puglia. E così via. Siamo presenti in 30 aeroporti in Italia, con 17 basi. Puntiamo a sviluppare ogni area in senso univoco e indipendente. Siamo molto legati al territorio».


A proposito, come sta andando la compagnia nel sistema aeroportuale del Veneto?
«Il Veneto è la terza regione d'Italia dove siamo cresciuti di più questa estate, in termini di capacità, cioè di posti messi in vendita, dopo Sicilia e Lombardia. Più in generale, nel sistema aeroportuale veneto, che per noi vuol dire prima Treviso e Verona, ai quali si è aggiunta Venezia, negli anni abbiamo trasportato complessivamente oltre 42 milioni di passeggeri (32 milioni su Treviso, ndr)».


E che tipo di andamento state registrando nell'aeroporto di Verona?
«Non è una base, ma rappresenta un'operazione storica, iniziata nel 2006. Abbiamo 12 rotte. Con la prospettiva di trasportare 970mila passeggeri nell'anno fiscale 2023, cioè da aprile 2022 a marzo 2023. A Verona siamo arrivati al 30% del market share, salendo del 19% rispetto a prima del Covid. Siamo la compagnia più importante e continuiamo a crescere, mentre la competizione è scesa».
Questo vuol dire che il low cost non è finito?
«Al contrario, è stato l'unico settore che ha ripreso subito dopo l'emergenza sanitaria».

 

Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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