ROVIGO - Kandinskij continua ad ammaliare il pubblico, non solo polesano. Superando ogni più rosea previsione formulata il 26 febbraio all’apertura, minacciata anche...
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ROVIGO - Kandinskij continua ad ammaliare il pubblico, non solo polesano. Superando ogni più rosea previsione formulata il 26 febbraio all’apertura, minacciata anche dai venti di guerra, sono già oltre 70mila i visitatori che hanno scelto di scoprire a fondo l’artista russo attraverso la retrospettiva rodigina, promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo e curata da Paolo Bolpagni e Evegenia Petrova.
Ci sono ancora tante prenotazioni per i prossimi giorni, gli ultimi prima della chiusura, prevista alle 20 del 26 giugno, quando Palazzo Roverella chiuderà i battenti sulla vasta antologia di opere di uno tra gli autori più celebri e apprezzati del primo Novecento. Tante persone, dal Veneto e da altre zone della nazione, stanno cercando di accaparrarsi i biglietti ancora disponibili per garantirsi la possibilità di ammirare le 80 opere del grande artista russo, provenienti da musei di tutta Europa. Per la visita c’è la possibilità di entrare solo con il biglietto di ingresso, di avvalersi dell’audioguida che fornisce approfondimenti sulle opere più importanti e sul percorso stilistico e biografico dell’artista.
L’ESPOSIZIONE
C’è un allestimento che si concentra non solo sulla cronologia della produzione e sulle fasi della vita, emergono anche confronti con personaggi dell’epoca, artisti che sono stati motivo di confronto e di ispirazione per Kandinskij, tra cui il grande musicista Arnold Schönberg. Amato dal pubblico e dalla critica internazionali, Kandinskij, nelle fasi della produzione figurativa e astratta, è spesso protagonista di mostre e nuovi studi. È uno di quei classici che non stancano mai e che si prestano a indagini condotte da diversi punti di vista per mettere in luce un aspetto o un altro della sua ricerca artistica. Forse il suo linguaggio universale e allo stesso tempo strettamente radicato nella tradizione del suo Paese, unito alla sua vita nomade che lo ha portato prima a Monaco di Baviera, poi in Svizzera, quindi di nuovo in Germania e infine in Francia, a Neuilly-sur-Seine, sono le caratteristiche che lo hanno messo al riparo da assurdi attacchi scagliati, in conseguenza delle attuali contingenze storiche, nei confronti di artisti, letterati e fotografi russi.
NESSUNA PROROGA
A oggi c’è la conferma che nessun’altra proroga è possibile e non è possibile nemmeno allargare ulteriormente gli orari di apertura, che proprio per consentire a un maggior numero di persone di accedere alla mostra, di recente erano già stati così ridefiniti: dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 19; venerdì, sabato e prefestivi dalle 9 alle 22; domenica dalle 9 alle 20. La Fondazione, per sua scelta, oltre che per evidenti ragioni di sicurezza, contingenta gli ingressi, per garantire a chi visita la mostra di farlo in tutta tranquillità, senza eccessivi affollamenti. Rimane consigliato giungere a Rovigo per la mostra solo se muniti di biglietto: la prenotazione si può fare rivolgendosi al call center (0425/460093) o tramite il sito internet www.palazzoroverella.com.
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Il Gazzettino