ROVIGO - Una domenica pomeriggio ad alta tensione per una sorta di guerra fra bande che ha avuto come teatro le due piazze più significative di Rovigo: piazza Vittorio...
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NESSUNA DENUNCIALe dichiarazioni dei ragazzi fermati e controllati sono state lacunose e inconsistenti. Nessuno ha puntato il dito contro gli avversari, né chiarito perché si siano pestati. Non era con le denunce che volevano chiudere i conti. Bensì a bottigliate. Questo si è capito solo dopo, alle 19, quando i giovani si sono ritrovati sotto il porticato della Rotonda. Uno dei tre marocchini aveva un grosso sacco di carta. Dentro, parecchie bottiglie vuote. Dopo qualche istante in cui i contendenti si sono fronteggiati impettiti, ecco il rumore dei cocci. I colli di bottiglia impugnati minacciosamente sono stati il preludio ad una fuga precipitosa. Lo squilibrio numerico ha visto due marocchini scappare verso viale Trieste, accompagnati da un fitto lancio di bottiglie di vetro. Una persona in bicicletta è rimasta impietrita di fronte a tanta violenza. Più di un residente si è affacciato. Tutto è durato pochi istanti, ma sufficienti a far gelare il sangue a chi in quella stessa piazza fa giocare i propri bambini. Quando è arrivata la volante della polizia, ormai i protagonisti si erano dileguati.
IL CAPPELLANODon Gianni Vettorello, ex rettore della Rotonda, cappellano della polizia, guardando i vetri a terra scuote la testa: «Quando c'erano i miei ragazzi, i ragazzi del muretto', queste cose non succedevano. Mangiavano il gelato sugli scalini, avevo messo dei cestini perché buttassero le cartacce: per qualcuno era un affronto. Ma almeno, a loro modo, la Rotonda la custodivano, ne erano gelosi».
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino