Si potrebbe definirla una sorta di obiezione fiscale. È quella che la Camera di commercio di Treviso e Belluno sta mettendo in atto nei confronti di un prelievo statale...
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I vertici dell'istituzione, già alle prese con il dimezzamento del diritto camerale, hanno così deciso di non dar più corso alla richiesta: nonostante il parere contrario del collegio sindacale, la somma è stata deposita in un apposito conto, senza ottemperare alle due tranche di acconto e saldo a giugno e a ottobre. In attesa di capire anche se un nuovo emendamento al cosiddetta norma taglia spese verrà stavolta preso in considerazione (finora il governo ha rifiutato le proposte di modifica). E se l'esecutivo venisse a battere cassa? «Valuteremo anche possibili cause legali - nota il segretario generale Romano Tiozzo - Riteniamo ci siano profili di incostituzionalità: un tributo non può essere impiegato per finalità diverse da quelle per le quali è stato raccolto, come sta avvenendo con questi soldi».
Il Gazzettino