Rissa al Luna park tra ragazzi, il sospetto di una spedizione punitiva per un insulto

Il Luna park di Sacile
SACILE - Un regolamento di conti in sospeso tra opposte fazioni (bande, baby gang?) che sabato pomeriggio hanno scelto Sacile quale terreno di scontro. È una delle...

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SACILE - Un regolamento di conti in sospeso tra opposte fazioni (bande, baby gang?) che sabato pomeriggio hanno scelto Sacile quale terreno di scontro. È una delle inquietanti ipotesi al vaglio dei Carabinieri che stanno visionando le immagini delle telecamere che sorvegliano il PalaMicheletto, l’area in cui si è concretizzata l’aggressione subita da un 17enne di Francenigo che ha poi dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Si attende conferma, ma sembra che il colpo ricevuto in viso gli abbia rotto il setto nasale. Protagonisti del violento faccia a faccia, un gruppo di ragazzi, circa una cinquantina. Ventenni secondo Elvis Relandini, il responsabile del Luna Park in questi giorni a Sacile. È lui ad aver allertato i Carabinieri sabato pomeriggio, dopo l’allarme lanciato da alcune mamme che si trovavano nell’area del parco divertimenti riservata ai più piccoli.

 

LE TESTIMONIANZE
Relandini, che subito dopo i fatti ha sentito alcuni dei ragazzi, si è fatto l’idea che ad affrontarsi siano state fazioni opposte “geograficamente”: una friulana, l’altra veneta, forse di Conegliano, in arrivo dalla famigerata zona del Biscione. La tesi è confermata da tre ragazzi presenti alle giostre il giorno dopo. Uno di loro è amico del 17enne colpito: «È come un fratello per me». Racconta che tutto è nato ben prima dello scontro, per un’offesa. Il classico “figlio di...” che non è andato giù a chi l’ha ricevuto. Anche questo ragazzo indica gli altri come «quelli del Biscione», lui invece dice di abitare a Polcenigo. Uno dei suoi amici chiede un euro, il terzo poco dopo è a fianco del vecchio tirapugni, a guardare come si tira un cazzotto che faccia male.

LA VIGILANZA
Non è la prima volta che la zona del Biscione a Conegliano assurge agli onori delle cronache. Si ricorderà la vicenda del video rap postato in rete e girato proprio al Biscione, in cui uno dei ragazzi brandiva una pistola poi dichiarata “finta”. Di certo, senza tappo rosso. È preoccupato Relandini che, come tutti i suoi colleghi, viene da due anni di stop forzato e a Sacile ha ritrovato il sorriso. Anche ieri, in effetti, il parco divertimenti era pieno: tante famiglie, tanti ragazzi. A vigilare, discretamente, a fianco dell’ingresso al parcheggio che ospita le giostre, una - a momenti due - auto dei Carabinieri, ufficialmente lì per controllare gli assembramenti in ottica Covid. Ci saranno anche nei prossimi giorni, assembramenti o no, per evitare il ripetersi di situazioni come quella di sabato. L’impressione è che possa trattarsi di una puntata dell’ultimo trend giovanile, o meglio, di quella parte dei giovani che sembrano parlare meglio con le mani e amano postare le loro zuffe sui social. Ventenni, ma non mancano minorenni, che sembrano avere come ispirazione il Fight Club di Brad Pitt: Treviso ne sa qualcosa (anche lì un 17enne col naso rotto) e sta cercando di correre ai ripari prima che ci scappi qualcosa di più grave.

LE TELECAMERE


Ieri al Luna park sacilese l’atmosfera era distesa, complice anche la presenza dell’Arma, ma più di qualche adulto non ha nascosto la sua preoccupazione e qualcuno che magari pensava di lasciare andare da solo il figlio teenager l’ha invece accompagnato vigilando poi da lontano. «Ho letto stamattina di quanto accaduto ieri sera - commenta una mamma - Mia figlia ha 12 anni, l’avrei accompagnata lo stesso, ma spero vivamente che qui da noi non si ripetano episodi simili in futuro». Per il Luna Park l’immediato futuro sarà a Godega Sant’Urbano, dopo il saluto a Sacile il 27 marzo. L’idea dei giostrai è di dimostrare tangibilmente, all’amministrazione e alla comunità sacilese, la gioia di essere tornati con una donazione di mille euro che rimarrà sul territorio, diretta probabilmente al Cro di Aviano. Per capire meglio cosa sia accaduto sabato sera servirà invece attendere le indagini dei Carabinieri: da questo punto di vista la testimonianza del 17enne di Francenigo e le immagini delle telecamere del Palasport e della stazione ferroviaria potrebbero rivelarsi determinanti per l’identificazione dei giovani tornati a casa in treno.

 

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Il Gazzettino