Rifiuti: dieci multe al giorno, il 90% a cittadini pordenonesi. Gli stranieri? Più disciplinati

Sbloccato l'iter per l'arrivo delle fototrappole dopo i problemi legati al rispetto della privacy

Rifiuti a Pordenone
PORDENONE - Chi in vari momenti aveva puntato il dito, spesso camminando sul filo sottile che divide lo stereotipo da qualcosa di peggiore, adesso dovrà ricredersi....

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PORDENONE - Chi in vari momenti aveva puntato il dito, spesso camminando sul filo sottile che divide lo stereotipo da qualcosa di peggiore, adesso dovrà ricredersi. Sì, perché a dirlo sono i numeri, i dati. Quelli ufficiali, diramati dal Comune e contenuti nella contabilità delle operazioni che si svolgono ormai a cadenza quotidiana: la stragrande maggioranza dei cittadini multati per l’abbandono non corretto dei rifiuti è italiana. Cioè pordenonese doc. Insomma, gli stranieri c’entrano poco o nulla. 


I FATTI
Ogni giorno gli addetti ai controlli della società Gea, che in città si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, staccano qualcosa come dieci verbali. Si tratta di operazioni che vengono effettuate in aggiunta ai tanti giri di consigli che vedono sempre protagonisti i controllori della società partecipata. Perché il mantra è prima istruire, poi nel caso multare. Un confine superato come detto una decina di volte ogni 24 ore, soprattutto nelle aree più critiche della città, dove i rifiuti si accumulano più velocemente. Dal report del Comune, però, si intuisce come non siano assolutamente gli stranieri i più indisciplinati nel conferimento dei rifiuti. «Circa il 90 per cento delle sanzioni - conferma infatti l’assessore all’Ambiente, Monica Cairoli - colpisce cittadini di nazionalità italiana». Pordenonesi, tanti, oppure cittadini originari di altre zone d’Italia. Ma non necessariamente stranieri. Anzi, questi ultimi - dati alla mano - sono molto più disciplinati. 


TECNOLOGIA
La seconda notizia, e si parla sempre del conferimento dei rifiuti in città, riguarda il tanto sospirato arrivo delle fototrappole per pizzicare i “furbetti” degli abbandoni. Sempre l’assessore Cairoli, infatti, ha confermato l’avvenuto superamento dei limiti imposti dalla normativa sul rispetto della privacy. Un tema che stava bloccando di fatto l’arrivo dei dispositivi. «Ora invece è questione di giorni», ha confermato. 


I LAVORI


Intanto il Comune attende ancora le proiezioni di Gea sul possibile (e auspicato da diversi cittadini) ritorno al ritiro settimanale della plastica. A cosa servono, concretamente, queste proiezioni? Sostanzialmente hanno un solo obiettivo, che è quello di mettere nero su bianco i conti. Un ritiro settimanale della plastica, infatti, comporterebbe un aumento ovvio dei costi di gestione del servizio. Un rischio che potrebbe condizionare non solo la decisione, ma anche il “prezzo” a valle di tutto il sistema di raccolta dei rifiuti in città. Il problema del ritiro della plastica ogni 15 giorni è stato subito al centro delle discussioni. La scelta però era stata chiara: si passa ogni 15 giorni perché è una soluzione economicamente sostenibile, nonché applicata già in molte altre città e soprattutto nei paesi dell’Hinterland. Per la prima volta, però, il Comune ha teso la mano e ha iniziato a lavorare a un piano B. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino