I commercianti: «Troppe rapine, adesso ci armiamo»

I commercianti: «Troppe rapine, adesso ci armiamo»
CONEGLIANO Chiudere bottega in anticipo, sollecitare il Comune ad accendere prima l'illuminazione pubblica, al limite armarsi pur di potersi difendere. Negarlo sarebbe...

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CONEGLIANO Chiudere bottega in anticipo, sollecitare il Comune ad accendere prima l'illuminazione pubblica, al limite armarsi pur di potersi difendere. Negarlo sarebbe inutile: l'escalation di rapine (cinque in meno di un mese sul territorio comunale, di cui due in centro) preoccupa i commercianti coneglianesi. Al punto che un gruppetto di loro sta valutando di armarsi e altri hanno deciso dopo una certa ora di chiudersi a chiave dentro il negozio e di aprire solo a persone fidate, mentre dal Biscione sale l'appello al Comune ad anticipare l'accensione dell'illuminazione pubblica. 

L'ESCALATION
Via Cavour può vantare da mercoledì il triste primato di avere ospitato nel giro di quattro giorni ben due rapine: una andata a segno, al nuovo Liber Tea, e l'altra sventata al Despar. Nella sala da tè gestita da tre ragazze cinesi il ricordo di quanto accaduto domenica sera è ancora vivo, e l'episodio di mercoledì non aiuta a dimenticare: «Pensavo che Conegliano fosse una città tranquilla e invece non si sta dimostrando tale. Di giorno riusciamo a lavorare normalmente ma abbiamo paura quando chiudiamo il locale alla sera, anche se le forze dell'ordine passano spesso» afferma la giovane Zou. Pochi metri più a sud, sempre sotto i portici, c'è un altro negozio aperto da poco, la macelleria Le Mannaie Bekaria di Dario Scrinzi, che non nasconde la preoccupazione più per la mia giovane dipendente che per me. Dopo la rapina le ho imposto di uscire alla sera solo dall'ingresso principale e non dal retrobottega. Il mio timore è che anche se due dei tre rapinatori sono stati presi, e comunque potrebbe essercene un terzo ancora in circolazione, ci sia qualcuno a cui venga voglia di emulare queste azioni criminose. Le preoccupazioni non sono solo mie: ho sentito alcuni colleghi commercianti che vogliono armarsi». 
LE REAZIONI

Intanto l'Ascom valuta di sottoporre agli associati un questionario sulla sicurezza percepita: un tema sentito soprattutto allo Shopping Center (Biscione), che da più di vent'anni lotta con il degrado e la paura al punto che alcuni negozianti si sono rivolti ai loro rappresentanti per intercedere con il Comune affinché i lampioni siano accesi prima del solito, soprattutto nei giorni di maltempo. Una richiesta che il Comune è pronto ad accogliere. Il tempo di attraversare la strada ed ecco che la paura torna a fare capolino: Micaela Giavi, che tra poche settimane cesserà l'attività del centenario negozio Fabris, ricorda ancora il furto con destrezza subìto nel 1994 e ritiene che le rapine in sequenza di queste settimane «siano opera di gente che ha fame. Il momento peggiore per un commerciante? Poco prima di finire la giornata lavorativa. Questa sera chiudo la porta a chiave alle 18.30 ed apro solo se vedo gente di cui potermi fidare». Un'intenzione molto simile a quella che un'anonima commerciante del centro ha confidato alla pagina Facebook Conegliano Sì e No: «D'ora in poi chiuderò alle 19 e non più alle 19.30. Dopo le 19 in giro non c'è più anima viva. Non mi sento più sicura. Ho paura». Adriano Zanardo della libreria Canova è al lavoro in via Cavour dal 1995 e invita a non esagerare né in un senso né nell'altro: «Fare allarmismo non ha senso, però un po' di attenzione nei confronti di questi fenomeni ci vuole. La criminalità e il degrado non esistono solo qui, anche se per prima cosa bisognerebbe capire se i rapinatori che hanno agito in città di recente siano cani sciolti oppure no». Nonostante il clima tra gli esercenti del centro non sia dei più sereni, lunedì Mohamed Adnane inaugurerà ugualmente il suo Mad Dogs Pub in via Caronelli: «Conegliano è una città mediamente tranquilla, trovo inusuale questa sequenza di rapine i cui autori sono evidentemente persone che cercano un posto in cui girare senza essere riconosciuti e forse non hanno nulla da perdere. Sconcerto alla notizia di una nuova rapina in città è espressa anche da Michela Pesce, titolare della farmacia Ai Colli bersagliata da tre incursioni dello stesso malvivente, ora assicurato alla giustizia, nel giro di pochi giorni: « Resettare quello che ci è successo? Non è possibile, guardiamo costantemente la nostra telecamera» confessa la farmacista. 
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Il Gazzettino