TREVISO - Prosecco made in Italy, la vera minaccia arriva dal mercato australiano. La più grande denominazione del mondo deve fare quadrato per contrastare...
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I DATILa questione è stata sollevata da Stefano Zanetta durante l'annuale conferenza con l'anticipazione dei dati del 2018. I volumi presentati confermano il rilievo delle bollicine made in Treviso. Un più 10% sulla vendemmia e un incremento a valore del 13% complessivo delle vendite al consumo: se vengono immesse sul mercato circa 550 milioni di bottiglie di Prosecco, 460 milioni provengono dalla Doc. La vendemmia 2018 ha prodotto 3 milioni e 600mila ettolitri, registrando un incremento del 10,8% con una riserva vendemmiale di 550mila ettolitri. Le bottiglie che saranno immesse sul mercato sono 466 milioni, 26 milioni in più rispetto all'anno precedente.
IL PRIMO MERCATOL'Italia resta il primo mercato con 116 milioni di bottiglie vendute, subito dopo seconda è l'Inghilterra con 109 e a sorpresa cresce il prodotto venduto in Francia con un interessante 14% che la fa diventare quarta area di esportazione. Ora la sfida è l'affermazione del brand aziendale. Perchè la partita oggi si gioca sui mercati globali. E la minaccia arriva dal prosecco australiano e, in successione, da quello brasiliano. La tutela sui mercati globali è stata sottolineata anche dal Governatore del Veneto. «Chiediamo per questo -preme Zaia- il supporto del WTO (world trade organization) l'organizzazione mondiale del mercato, per consolidare la tutela del made in Italy. Deve essere chiaro che quando imbottigli del vino prosecco stai parlando di un certo vino che è un patrimonio del nostro territorio». Intanto la Doc si prepara al 2019. Dallo studio sulla fertilità delle gemme, l'annata 2019 si annuncia generosa. «La Doc svolgerà un'attività di controllo sui vigneti per vedere quante gemme sono state lasciate sulla vite -annuncia Zanette- la media è di 55/60 mila gemme e comunque non oltre le 80mila». L'ultima questione riguarda i nuovi 1200 ettari della Doc. «Stiamo parlando - -chiude Zaia- di vigneti già esistenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino