PORDENONE Solo due mesi fa era sembrato che tutte le premesse per risolvere l’infinita vicenda dei ricercatori precari del Cro di Aviano potessero portare a una conclusione...
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L’INCERTEZZA
La maggiore incertezza arriva dall’iter legato al nuovo contratto della sanità (per il personale di ricerca e di supporto prevede un’uscita graduale dalla precarietà con contratti di cinque anni più altri cinque sulla base di precisi requisiti e condizioni) che a Roma si è arenato. «Non è chiaro - aggiunge il Coordinamento - se la partita legata al nostro inquadramento sarà riaperta con l’Aran (Agenzia ministeriale del pubblico impiego) inserendola nel contratto nazionale oppure se la questione sarà risolta attraverso un decreto inserito nella legge finanziaria in discussione. Resta il fatto che la nostra situazione è ancora a rischio poiché non è ancora disciplinato il nostro inquadramento e mancano gli scatti che dovevano essere previsti». Intanto il 31 dicembre si avvicina e i ricercatori vedono il loro futuro a rischio. E alcuni di loro decidono di abbandonare l’istituto dove hanno lavorato - anche diversi anni - e sul quale avevano puntato per il loro avvenire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino