PORDENONE - Salta il convegno con i quattro imam attesi a Pordenone sabato 16 novembre, due dei quali dalle posizioni radicali: il danese Abu Bilal Ismail sostiene che le donne...
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L’IMAM
L’annullamento del convegno è di fatto una presa di distanza sui contenuti religiosi da parte dell’associazione islamica e anche da parte dell’Imam di Pordenone, Mohammed Hosni (estraneo all’organizzazione dell’incontro): «La scelta dei quattro relatori era stata delegata agli organizzatori, che purtroppo non mi hanno informato per tempo su chi fosse poi caduta la decisione. Appena l’abbiamo saputo, si è riunito immediatamente il direttivo del Centro Islamico e di comune accordo abbiamo chiesto di annullare l’iniziativa». «Fratellanza, pace e dialogo interreligioso sono i nostri valori. Mi dispiacerebbe moltissimo se questo malinteso mettesse in discussione il lavoro silenzioso che stiamo facendo da anni - prosegue l’imam - Vivo a Pordenone dal 2017 e qui ho trovato una comunità meravigliosa, fatta di associazioni laiche e religiose, con cui lavoriamo da anni per creare occasioni di incontro e di scambio reciproco. Abbiamo avuto ospiti del nostro Centro il vescovo Giuseppe Pellegrini, il presidente del consiglio comunale Andrea Cabibbo e tanti altri amici pordenonesi».
LA POLITICA
A interpellare l’imam è stato ieri il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Basso che lo ha invitato a «essere chiaro e preciso» nel dare conto delle sue posizioni. Basso ha allertato anche la Commissione pari opportunità della Regione e il Consiglio regionale attraverso un’interrogazione urgente. «Nessuno sconto per chi non intende adattarsi alla nostra cultura e alle nostre regole. Non permetteremo fenomeni di odio e intolleranza da nessuna parte; promuoviamo percorsi e politiche a favore del dialogo e dell’apertura ma a patto che siano rispettate le nostre tradizioni» spiega Basso. Un’interrogazione al Senato sarà presentata anche dal senatore Luca Ciriani intorno a una situazione «che contravviene ai diritti base di eguaglianza, opportunità e contro la violenza sulle donne».
DIRITTI UMANI
A manifestare la contrarietà ad ospitare gli imam è anche Taher Djafarizad, pordenonese iraniano di origine, «non posso credere che questo avvenga nella mia città, Pordenone, che si è fatta promotrice della battaglia contro la lapidazione portando alla liberazione di Sakineh».
Valentina Silvestrini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino