Perché Maniero è stato di nuovo arrestato: l'ordinanza del Gip

«Ci sono elevati indici di pericolosità» a carico di Felice Maniero, il boss della Mala del Brenta arrestato venerdì a Brescia per maltrattamenti nei...

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«Ci sono elevati indici di pericolosità» a carico di Felice Maniero, il boss della Mala del Brenta arrestato venerdì a Brescia per maltrattamenti nei confronti della compagna. Una donna la cui posizione è risultata «credibile». È quanto si legge dall'ordinanza di i custodia cautelare, firmata dal gip Luca Tringali, riportata dal "Giornale di Brescia".


 «Non sai con chi ti sei messa, comandavo 500 persone» è una delle minacce che avrebbe rivolto alla donna, 47 anni. L'avrebbe costretta a subire umiliazioni ripetute, obbligandola ad esempio «perché mi hai guardato male», a fare flessioni a terra al grido di «colonnello 100 flessioni». O dicendole «fai come ti ho detto altrimenti ti brucio le borse, cretina». La donna, si legge negli atti dell'inchiesta del pubblico ministero Lorena Ghibaudo «era vittima di violenze fisiche e verbali diventate ormai quotidiane. Temeva le sue reazioni». I

maltrattamenti sarebbero andati avanti dal 2016 e fino al 30 luglio scorso quando la compagna di Felice Maniero ha ottenuto il trasferimento in un comunità protetta. La donna viene ritenuta credibile dagli inquirenti. «Non romanza e le sue descrizioni sono precise» spiega il gip che ha firmato l'arresto in carcere. «Unica misura idonea. È illusorio infatti il deterrente del braccialetto elettronico» è la considerazione del giudice delle indagini preliminari che domattina a Bergamo incontrerà Maniero per l'interrogatorio di convalida.

Davanti al gip - appuntamento domattina nel carcere di Bergamo - non vuole trincerarsi dietro al silenzio, ma intende raccontare la sua verità e difendersi. Dal carcere di Bergamo, dove è rinchiuso da venerdì mattina, Felice Maniero punta a ridimensionare le accuse di maltrattamenti contestate dalla Procura di Brescia dopo la denuncia della donna che ha trascorso gli ultimi 26 anni a fianco del boss della Mala del Brenta. Agli atti dell'inchiesta c'e un certificato di accesso al pronto soccorso il 21 maggio scorso quando la compagna di Maniero avrebbe manifestato agitazione e paura. Non ci sono però certificati medici in grado di dimostrare episodi di violenza fisica. 


L'ex boss del Brenta è convinto di dimostrare che «il provvedimento è stato preso contro il personaggio e non contro il presunto marito aggressivo» per dirla con le parole del suo avvocato Luca Broli. Per il gip l'unico modo per fermare le «continue e ripetute violenze domestiche» era il carcere. «Unica misura idonea».
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Il Gazzettino