Un viaggio nel tempo per rivedere le stelle: ricostruiti con il videomapping gli affreschi di Giotto a Palazzo della Ragione

Il cielo di Giotto venne distrutto da un incendio nel 1420: da giovedì sarà possibile riscoprirlo grazie a una proiezione speciale

Il videomapping a Palazzo della Ragione
PADOVA - C'era il cielo stellato dipinto da Giotto nella Cappella. Ma ce n'era anche un secondo, sul soffitto di Palazzo della Ragione, altrettanto spettacolare. Ma se il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - C'era il cielo stellato dipinto da Giotto nella Cappella. Ma ce n'era anche un secondo, sul soffitto di Palazzo della Ragione, altrettanto spettacolare. Ma se il ciclo affrescato commissionato da Enrico Scrovegni è sopravvissuto 7 secoli, e oggi rappresenta la tappa simbolo dell'Urbs Picta Patrimonio Mondiale dell'Umanità, i capolavori che il Maestro fiorentino aveva dipinto all'interno del Salone sono andati distrutti in un incendio divampato nel 1420, che aveva ridotto in cenere il controsoffitto ligneo che lo stesso Giotto con la sua Bottega aveva realizzato mettendo al centro la Terra, e riproducendo le 12 costellazioni zodiacali, i pianeti e migliaia di stelle dorate con gli specchi. Uno scenario magico, che da giovedì si potrà vedere nuovamente fino al 18 dicembre.

Sidera Aurea

Si chiama Sidera Aurea, infatti, il più grande projection mapping immersivo che sia mai stato realizzato in un sito Unesco, che diventa una macchina del tempo grazie a proiezioni di luci e animazioni in 3D. Lo spettacolo è stato realizzato da Odd Agency in collaborazione con il Comune, in partnership con CoopCulture e la sponsorizzazione di AcegasApsAmga: in pratica, l'installazione offre al visitatore la sensazione di immergersi in un sistema fisico e astronomico, in un viaggio tra il presente e un passato straordinario. L'iniziativa, che fa parte della nuova sfida per i Beni culturali denominata "L'Umanesimo digitale", è stata presentata ieri mattina dall'assessore Andrea Colasio e da Luca Pintacuda, Ceo e direttore creativo di Odd Agency.

La ricostruzione virtuale racconta la storia dell'antico edificio e il Salone diventa la maestosa tela virtuale di uno spettacolo crossmediale: luci, effetti visivi, musiche e colori, attraverso la proiezione di un percorso immaginifico, trasformano le cornici e gli affreschi in 333 finestre aprendole a una nuova visione, con il titolo che richiama agli astri che caratterizzano l'opera giottesca, che si rifà alle sollecitazioni di Pietro d'Abano, filosofo, medico e astrologo, ma anche professore alla Sorbona di Parigi e al Bo, secondo il quale essi avevano un influsso sui comportamenti degli uomini, segnando il destino di ognuno. L'esperienza di videomapping immersivo, che dura 20 minuti, si sviluppa su due livelli tra soffitto e superfici affrescate, conducendo lo spettatore attraverso la danza cadenzata dei mesi e delle stagioni, dei cieli e delle costellazioni.

Storia, arte e tecnologia

A entrare nel merito dell'operazione è stato lo stesso Colasio, che è partito dalla ricostruzione storica. «Poco prima della metà del Trecento - ha ricordato - Giovanni da Nono scrisse la Visio Egidii regis Pataviae una sorta di libro di fantascienza in cui immaginava che un antico re mille anni prima avesse sognato la città di Padova com'era nel 1340, descrivendo l'interno di Palazzo della Ragione, dove si esercitava la Giustizia, e gli spazi sotto il Salone, dove si svolgevano le attività commerciali. Ebbene, l'autore parla del soffitto andato poi perduto, con le costellazioni e i pianeti che il Maestro fiorentino vi aveva dipinto, facendo riferimento alle stelle, "sidera aurea cum speculis", che è appunto il titolo dello spettacolo che ora viene proposto, in omaggio al grande ciclo pittorico andato perduto nel 1420 in seguito al terribile incendio che distrusse il controsoffitto ligneo, e con esso le migliaia di stelle dorate con specchi, l'immenso ciclo astrologico che aveva visto lo stesso da Nono osservando Giotto e il suo consulente Pietro d'Abano che avevano lavorato fianco a fianco per realizzare questo straordinario palinsesto».
«La storia - ha aggiunto l'assessore alla Cultura - andava raccontata in modo immaginifico e immersivo, e con grande bravura ora grazie all'imponente impegno di esperti di siti Unesco, è stato possibile: credo che sarà indescrivibile lo stupore che proveranno i padovani e i turisti quando entreranno in questo spazio magico e potranno vedere in modo dinamico la volta celeste con le stelle e gli affreschi sulle pareti, immergendosi in quel ciclo emozionale straordinario generato dai capolavori giotteschi».

«La possibilità di utilizzare la tecnologia - ha aggiunto Pintacuda - ci unisce portandoci un'emozione, che è la mission che abbiamo noi nel provare a raccontare delle storie attraverso la bellezza, facendo diventare il digitale​ uno strumento per evidenziare dei contenuti che difficilmente potrebbero venire fuori senza l'uso di strumenti all'avanguardia, dando la possibilità alle persone di viverle insieme e non singolarmente, al chiuso delle abitazioni. Stiamo facendo operazioni analoghe in tutta Europa, ma qui è stato davvero bellissimo, perché il Salone è straordinario con i suoi 330 affreschi che abbiamo mappato uno per uno, ridisegnato, ricolorato, cercando di renderli come potevano essere quando sono stati realizzati. E proietteremo nel finale questo trionfo di bellezza con la riproposizione del soffitto giottesco con le stelle. Il viaggio emozionale dura 20 minuti, con una narrazione che parte dalle 4 stagioni, attraversa le costellazioni e arriva al trionfo dell'arte, che è lo strumento per trascendere il determinismo che in questa sala è fondante».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino