Multe dell'autovelox annullate: l'ex comandante dei vigili deve pagare 800mila euro

L'ex comandante della polizia locale di Padova Antonio Paolocci
PADOVA  - Non vi erano «fondate ragioni giuridiche» in base alla quale il Comune di Padova, attraverso la Polizia municipale, dovesse sospendere la...

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PADOVA  - Non vi erano «fondate ragioni giuridiche» in base alla quale il Comune di Padova, attraverso la Polizia municipale, dovesse sospendere la riscossione delle multe relative all’eccesso di velocità riscontrato dai nuovi autovelox installati nell’autunno del 2014 lungo la tangenziale. È con questa motivazione che la Corte dei conti del Veneto ha condannato l’ex comandante dei Vigili, Antonio Paolocci , 57 anni, di San Giorgio delle Pertiche, a versare al Comune l’ingente somma di 800 mila euro a titolo di risarcimento per il grave danno erariale provocato. 

La Corte, presieduta da Guido Carlino, ha condannato anche l’ex vicecomandante, Maria Luisa Ferretti, 57 anni, di Abano Terme, riconoscendole però un ruolo marginale e imponendole di versare soltanto 10 mila euro all’amministrazione. 
UN DANNO DA 4 MILIONI
Il danno complessivo contestato dal sostituto procuratore generale Chiara Imposimato, ammontava ad quasi quattro milioni di euro, ma i giudici hanno ritenuto di avvalersi del potere riduttivo, sia alla luce della complessità della questione (non tutte le sanzioni sarebbero state in ogni caso incassate), sia del fatto che una parte di responsabilità è ascrivibile a due dirigenti comunali, la cui posizione è stata però archiviata in quanto difetta a loro carico il requisito della colpa grave. La sentenza potrà essere impugnata di fronte alla sezione centrale della Corte dei conti di Roma, grado di appello della giustizia erariale: se dovesse essere confermata, spetterà al Comune di Padova il compito di avviare le procedure per incassare l’ingente risarcimento.
La vicenda finita all’attenzione della Corte dei conti aveva fatto molto scalpore. Il 3 novembre del 2014, dopo un periodo di “sperimentazione”, il Comune di Padova, sotto la guida dell’allora sindaco Massimo Bitonci, oggi sottosegretario all’Economia, aveva deciso di attivare il servizio di rilevamento della velocità, gestito dalla società Aps holding (controllata dalla stessa amministrazione). 
70 MILA MULTE “CESTINATE”
Il successivo 9 dicembre, con provvedimento in autotutela, fu revocato il servizio ordinario del sistema di rilevazione della velocità, con contestuale decisione di proseguire la fase sperimentale di pre-esercizio, e poi furono “cestinate” tutte le violazioni (circa 70mila) riscontrate nei circa 40 giorni precedenti. La revoca del servizio ordinario fu firmata dalla Ferretti, ma la Corte dei conti ha accertato che fu Paolocci a volere quel provvedimento e a farlo firmare alla vice, nonostante fosse già cessata dall’incarico.
DUE PROFILI DI COLPA 

L’allora comandante della Polizia municipale, assistito dagli avvocati Mario Bertolissi e Alberto Cartia, si è difeso negando la sussistenza di alcun danno per le casse del Comune e sostenendo, al contrario, che il sistema di autovelox era viziato da numerose irregolarità e fu doveroso da parte suo, oltre che perfettamente legittimo, sospendere l’esercizio ordinario in attesa di correggere le criticità, tra cui segnaletica stradale e rispetto della privacy. La Corte dei conti non ha però ritenute fondate le tesi di Paolocci, in quanto ha accertato che nessuna delle asserite irregolarità del sistema potesse giustificare il provvedimento di sospensione del funzionamento dell’autovelox, né tantomeno la successiva decisione di non contestare le numerose violazioni rilevate dal 3 novembre al 9 dicembre, periodo in cui il sistema aveva funzionato regolarmente. Due distinti profili di colpa: alla vicecomandante Ferretti è stata riconosciuta una piccola responsabilità limitatamente al primo (ovvero l’atto di revoca dell’esercizio ordinario), mentre Paolocci è stato riconosciuto come principale responsabile per entrambi.
Gianluca Amadori
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Il Gazzettino