PADOVA - La giunta comunale di Padova sfida Matteo Salvini e iscrive all'anagrafe un richiedente asilo. La Lega, però, non ci sta e va all'attacco:...
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IL VIA LIBERAA quel punto a prendere in mano la situazione è stato direttamente Giordani che, forte di due sentenze dei tribunali di Bologna e Firenze, ha dato il via libera al provvedimento. «Per me, che ho sempre dichiarato di voler agire nel rispetto della legge ha spiegato il primo cittadino è impossibile far finta di non vedere che già due giudici ordinari hanno condannato importanti Comuni italiani a procedere immediatamente all'iscrizione anagrafica. La mia scelta non è dettata da elementi ideologici, ma piuttosto dal buon senso e dal mio dovere di tutelare sempre l'ente con suoi collaboratori e dirigenti da condotte stigmatizzabili in sede giudiziaria, nonché da pesanti rischi risarcitori a carico del Comune rispetto alla negazione di un diritto di rango costituzionale». «Buttarla in politica non paga e non m'interessa ha aggiunto ad oggi i fatti giuridici sono sufficientemente chiari e se ne interverranno di nuovi mi adeguerò con gli strumenti che riconosce e prevede il diritto amministrativo. Va detto che, in ogni caso, l'iscrizione anagrafica è uno strumento che innanzitutto tutela la sicurezza dei cittadini e della nostra comunità».
LE REAZIONICauto è il prefetto Renato Franceschelli: «Non ero a conoscenza di questa iniziativa, le disposizioni che abbiamo noi vanno in una direzione diversa. Per questo approfondiremo la questione e invieremo il tutto al ministero dell'Interno, che potrà valutare un'eventuale impugnativa». I leghisti sono invece andati all'attacco frontale. Duro il commento dell'assessore regionale Roberto Marcato: «Qui si rischia di mandare un messaggio pericolosissimo ai cittadini di contrapposizione tra le amministrazioni locali e lo Stato. Giordani e i suoi devono assumersi le lo loro responsabilità. Comprendo il loro disorientamento, ma strizzare l'occhio all'estrema sinistra non porta da nessuna parte». Non meno tenero Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia al Senato: «Prima dei ragionamenti e dei pareri vengono le leggi. E viene l'obbligo di rispettarle. Peccato che a Padova si facciano scelte diverse e che la nostra città sia la prima in Veneto a disapplicare una norma del decreto Salvini».
Alberto Rodighiero Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino