PADOVA «My friend, dammi un euro altrimenti tu la macchina non puoi metterla qui». È quanto capitato ieri mattina nei pressi dell’ospedale. Domenica...
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Una situazione disarmante, a due passi dalla basilica del Santo, con automobilisti in ansia per la propria auto parcheggiata. E’ bastato poi minacciare il parcheggiatore di turno di chiamare le forze dell’ordine, che questi lavoratori improvvisati hanno tagliato la corda. Tra le altre cose ieri mattina è emerso che, soprattutto con le persone meno giovani, l’insistenza è stata ancora maggiore. Quasi fosse un obbligo lasciare una moneta.
La vicenda è assai nota alle forze dell’ordine. In più di un’occasione, durante servizi mirati, sono stati denunciati personaggi comunque pericolosi che non si accontentano più dell’elemosina, ma si lasciano andare a vere e proprie attività estorsive. Alcuni automobilisti provenienti da fuori provincia si sono detti sconcertati per queste scomode presenze e hanno rivendicato controlli più pressanti da parte delle forze di polizia.
a situazione si è normalizzata dopo le 13. Conti alla mano un parcheggiatore abusivo nigeriano ieri mattina in un paio d’ore di “lavoro” è riuscito a guadagnare più di trenta euro in monete. Non è dato sapere se questi soldi rimarranno nelle sue tasche, oppure dovranno essere consegnati ad un’organizzazione ben più radicata sul territorio che usa questi sbandati per un’attività di accattonaggio spinto.
Proprio su questo ultimo punto stanno lavorando duramente carabinieri e polizia al fine di stroncare il sempre più diffuso mercato dello sfruttamento del lavoro clandestino. Si tratta di un mercato illecito interamente nelle mani dei nigeriani. Gente addestrata ad alzare anche la voce e a minacciare per convincere l’automobilista di turno a lasciare qualche soldo, pur di non ritrovarsi dopo qualche ora l’automobile danneggiata. Durante i giorni feriali, quando i parcheggi “blu” sono a pagamento, la situazione si normalizza, i controlli delle forze dell’ordine sono maggiori e i parcheggiatori spariscono.
Cesare Arcolini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino