PADOVA È sbucato dalla culla in cui era segretamente custodito, al centro Paradigma di viale dell’Industria, e ha percorso due chilometri fino alla Kioene Arena....
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LA STARTUP
Al piazzale della Kioene Arena ieri si sono mossi per la prima volta i mezzi della startup padovana “Next Future Transportation”, fondata nel 2014 da Gecchelin e in grado di firmare l’anno scorso un contratto con lo sceicco di Dubai in vista dell’Expo che scatterà tra un anno. In Italia la svolta è arrivata lo scorso febbraio: nel giro di pochi giorni Gecchelin prima ha incassato il sostegno economico del Comune di Padova, che ha annunciato lo stanziamento di 250 mila euro per sperimentare i prototipi, e poi ha ricevuto la visita del ministro Luigi Di Maio.
LA TECNOLOGIA
Il “bus del futuro” è un mezzo elettrico diviso in tanti moduli scomponibili. A testarlo ieri c’era il fondatore Gecchelin (34 anni) assieme all’ingegnere aerospaziale Alberto Vazzola (padovano anche lui) e all’ingegnere robotico Nicola Risté (marchigiano). Sono loro a fornire i dettagli tecnici: «Un singolo modulo è lungo 2,5 metri, largo 2,3 e alto 2,90. Pesa due tonnellate vuoto, porta sei passeggeri seduti più quattro in piedi. Può raggiungere i 90 km/h, a regime l’autonomia della batteria sarà di 200 chilometri. Questi moduli sono in grado di viaggiare separati e di prendere direzioni diverse in base alle necessità».
Durante i convegni in giro per il mondo Gecchelin porta sempre un semplice esempio, ribadito anche ieri nel piazzale padovano: «Prendiamo un classico autobus lungo 12 metri e immaginiamo che venga diviso in sei moduli da due metri l’uno. Il concetto è semplice: all’ora di punta c’è bisogno di ogni vagone per portare il maggior numero di passeggeri possibili, ma a mezzanotte magari ne basteranno la metà. In questo modo si può anche ingombrare meno il traffico». Per questi veicoli è stata pensata anche la guida senza autista, ma ora è possibile solo all’interno di un’area privata. Nelle strade pubbliche dove vige il Codice della Strada la legge italiana non lo permette.
I PROSSIMI PASSI
Attualmente “Next” conta su tre prototipi (gli inventori tengono la massima riservatezza sul costo): due sono a Dubai e uno è a Padova. Quella di ieri è stata una prima sperimentazione, a fine novembre scatteranno i test in modo continuativo sempre alla Kioene Arena. Entro fine anno sarà costruito un quarto modulo per permettere l’accoppiamento. Nei primi mesi del nuovo anno la startup conta di provare un singolo modulo anche nella direttrice Kioene-Stazione e in centro, dove i vincoli storici renderanno tutto più complesso. Ma i tre ragazzi non si pongono limiti: essere arrivati ai primi test padovani, dopo aver riscosso l’interesse degli sceicchi arabi e degli esperti del nord Europa, è già un primo grande successo.
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino