PADOVA - Residenti di via Menini svegliati di soprassalto all’una di notte, per gli schiamazzi provocati dall’ennesima lite in strada tra africani. Un’abitante...
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LA VIDEO-TESTIMONIANZA
«Siamo esasperati, perché la situazione in questo rione è diventata fuori controllo, e quasi tutte le notti veniamo disturbati da liti, risse e inseguimenti fra gruppi di congolesi, nigeriani e senegalesi, i quali non vanno d’accordo fra loro, e girano per il quartiere a piedi e in bicicletta, ubriachi e alterati, all’uscita dei locali dell’Area Funghi – spiegano dal comitato Ansa Borgomagno -. Temiamo che prima o poi ci scappi il morto, ma gli unici che sembrano non accorgersi dell’estrema gravità di quanto accade sono il sindaco, Sergio Giordani, e alcuni rappresentanti del Comune e di associazioni varie, i quali continuano a minimizzare le reali situazioni». In particolare, il comitato segnala la pericolosità della zona compresa tra le vie Bernina, Fowst e Menini, «Dove avvengono i regolamenti di conti – spiegano - dal momento che quando scoppiano le risse dentro l’Area Funghi, che è chiusa e senza vie d’uscita, gli africani in fuga si riversano nelle strade limitrofe. Così, se si rientra a casa a tarda ora, temiamo per noi stessi e per i nostri figli, di essere coinvolti negli inseguimenti tra bande».
PAURA
Ansa Borgomagno viene descritta da coloro che vi abitano come “Una nuova via Anelli”. «La zona è dequalificata e deprezzata – sostiene il comitato - Da anni chiediamo aiuto all’amministrazione, ma i risultati non si vedono neanche lontanamente, anzi siamo messi sempre peggio».
Il comitato sottolinea la complessità ad affrontare la questione: «Non abbiamo mai avuto problemi a convivere serenamente con le numerose famiglie di extracomunitari che abitano nel nostro rione – dicono i cittadini - ma come si può costruire un’integrazione con le persone violente di cui siamo in balia, che hanno comportamenti tribali, si picchiano, si accoltellano, fanno vandalismi, orinano sui muri delle nostre strade e ci minacciano?». E concludono: «Non capiamo perché persone che risiedono altrove a Padova, e non vivono i nostri problemi, debbano venire a insegnare a noi come vivere a casa nostra e a predicarci l’integrazione, mentre noi subiamo situazioni che sfidiamo chiunque a portarsi sotto casa. Noi chiediamo decoro, sicurezza, pulizia nel nostro quartiere, e di poter dormire la notte, ma nessuno ci ascolta».
Isabella Scalabrin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino