Orrore in comunità: minori insultati e maltrattati, tentati abusi sessuali

Orrore in comunità: minori insultati e maltrattati, tentati abusi sessuali
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TRIESTE - Richieste di sesso in cambio di denaro, frasi razziste e maltrattamenti. Accuse pesanti quelle contestate al presidente della comunità famiglia "La Fonte" di Prosecco Ferdinando Cassago, 70 anni, che questa mattina è stato arrestato dalla Squadra Mobile e che ora si trova agli arresti domiciliari. Dovrà rispondere di maltrattamento aggravato dei minori ospiti delle citata comunità da ottobre 2015 a settembre 2017, atti sessuali tentati con minorenne nel settembre/ottobre 2015 e atti persecutori in danno della ex direttrice della struttura dal settembre 2013 al 31 dicembre 2016.  Complesse le indagini: la polizia giudiziaria ha ricostruito le condotte contestate all’indagato, procedendo, oltre che all’esame degli atti, anche ad interrogare circa ottanta tra testi e vittime, individuati tra dipendenti, ex dipendenti e collaboratori della struttura, nonché tra i minorenni stranieri non accompagnati provenienti da Kosovo, Albania, Pakistan, Afghanistan e Bangladesh. È emerso come Cassago, presidente già dal 2015, anche nel refettorio della comunità, in più circostanze, avesse utilizzato delle frasi ingiuriose e a sfondo raziale e denigratorio nei confronti di diversi minori stranieri accolti, incutendo in loro timore sotto la minaccia del loro rimpatrio, accompagnando tali ingiurie, proferite con tono aggressivo ed a voce molto alta, con gesti offesivi.


Lo stesso, da quanto emerge dalle indagini, ha, altresì, avuto dei comportamenti sessualizzati ed offensivi della dignità personale, fino a spingersi a proporre ad un minore denaro in cambio di prestazioni sessuali. Inoltre, anche nel refettorio, durante la consumazione avrebbe posto in essere condotte moleste, fino ad arrivare a mimare atti sessuali con il cibo e in altre circostanze, avrebbe infastidito gli ospiti all’interno delle stanze, facendo loro domande esplicite sulle abitudini sessuali o provando ad accarezzarli. Dagli accertamenti è stato anche verificato come l’indagato abbia costretto il personale che si occupa della somministrazione dei pasti a servire agli ospiti della strutture anche alimenti scaduti e, talvolta, differenti da quelli riportati nei menù giornalieri. Peraltro, dal 2015 al 2017, sono state contestate più violazioni da parte degli uffici sanitari circa il rinvenimento di cibi scaduti o mal conservati. Infine, è stato documentato come l’indagato abbia tenuto una condotta vessatoria nei confronti di molti operatori della struttura e, soprattutto, nei confronti dell’ex direttrice, determinando nella stessa gravi e perduranti stati d’ansia, dovendo la medesima fare ricorso a cure mediche.

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Il Gazzettino