Operatori sanitari no vax, possibili sospensioni o demansionamenti. Sindacato in allarme

Reparto di Terapia intensiva
PORDENONE - Entro un paio di settimane dovrà concludersi l’iter previsto dal recente decreto che prevede la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari. I...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PORDENONE - Entro un paio di settimane dovrà concludersi l’iter previsto dal recente decreto che prevede la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari. I numeri sulle vaccinazioni già effettuate e sulle adesioni di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici sono piuttosto elevati. Ma resta comunque un certo numero, anche importante, di operatori che non hanno aderito alla campagna. Per capire l’esatta dimensione del fenomeno e le eventuali possibili conseguenze rispetto ai provvedimenti previsti dal decreto (tra i quali, come ultima ipotesi, anche la sospensione dal lavoro senza stipendio) le organizzazioni sindacali della sanità hanno chiesto alla direzione generale dell’Asfo la convocazione di un incontro urgente. Il sindacato teme che - se i numeri degli operatori no-vax saranno consistenti su eventuali sospensioni o cambiamenti di mansioni - possano anche esserci conseguenze anche sul piano degli organici già in forte sofferenza. La richiesta di incontro nasce anche dal caso dell’hospice di San Vito dove è scoppiato un focolaio a partire da due operatrici non vaccinate.

I NUMERI

Alla fine della scorsa settimana tra i circa 3.900 dipendenti complessivi dell’Asfo quelli vaccinati erano attorno ai tremila. Una percentuale che va dal 70 all’80 per cento a seconda delle categorie: tra i medici si supera il 90%, dati inferiori invece tra gli infermieri ma soprattutto tra gli operatori socio-sanitari. Dai assai simili nell’Azienda Friuli centrale dove si stima che i non vaccinati tra gli operatori sanitari sia superiore al 20 per cento. Situazioni simili sono riscontrate nelle case di riposo e nelle Rsa: con percentuali di non vaccinati tra infermieri e oss che potrebbero portare a qualche disservizio nel caso di sospensioni dal lavoro.

SOSPENSIONI

Tornando ai dati dell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale sui complessivi 3.900 dipendenti il dato degli operatori non ancora vaccinati è di circa 900 addetti. È però necessario considerare che in quella cifra rientrano anche tutti gli operatori che hanno avuto il Covid e che sono dunque in attesa di essere vaccinati con tempi un po’ più lunghi. Ci sono poi gli operatori che, a causa di situazioni di salute particolari o di particolari patologie, non possono vaccinarsi. Il numero di addetti sanitari che non si sono vaccinati per scelta, come dire i no-vax della sanità, è difficilmente stimabile. Ma- stando alle sensazioni dello stesso ambiente sanitario - non si tratterebbe solo di qualche decina di addetti. La stima potrebbe arrivare anche a circa 150, 200 operatori. È per questo che il sindacato ha chiesto un vertice con la direzione al fine di valutare come gestire la situazione. L’iter del decreto sull’obbligatorietà prevede che la direzione (i dati sui dipendenti saranno trasmessi dai medici della sorveglianza sanitaria, oggi unici ad averli) a fronte di un operatore no-vax possa procedere con cambi di ruolo anche inferiori (lo spostamento non deve però implicare il rischio di diffusione del contagio) oppure con la sospensione senza stipendio fino a fine anno. Si vuole, insomma, capire quali siano i numeri precisi e valutare eventuali ricadute sull’organico già molto sguarnito.

ORDINE INFERMIERI



Intanto ieri il presidente regionale dell’Ordine delle professioni infermieristiche Luciano Clarizia ha preso una dura posizione rispetto agli operatori che hanno partecipato alla manifestazione no-vax di sabato pomeriggio a Trieste. «Se ci saranno segnalazioni e identificazioni precederemo con l’audizione di chi ha partecipato in commissione disciplinare rispetto a possibili violazioni deontologiche che saranno sanzionate. Siamo in una situazione che esige un forte senso di responsabilità per chi esercita la nostra professione». Intanto il segretario Nursind Gianluca Altavilla respinge l’intesa nazionale che prevede che i biologi possano vaccinare dopo la partecipazione a uno specifico corso. «Siamo pronti a presentare denuncia, in quanto si è dinanzi a un abuso di professione. Non è possibile che le attività di competenza di una determinata professione vengano demandate ad altre. Per fare ciò sono necessari un percorso formativo e il tirocinio abilitante, impossibili da derogare a un corso Fad». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino