Uccise a coltellate il rivale in amore, pena ridotta per Cuccato: «Disturbo bipolare»

Giovanni Maria Cuccato
VITTORIO VENETO - Da 12 anni di reclusione a 11 anni e 2 mesi. E i 5 di misura di sicurezza sono passati a 3. È la rimodulazione della condanna a carico di Giovanni Maria...

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VITTORIO VENETO - Da 12 anni di reclusione a 11 anni e 2 mesi. E i 5 di misura di sicurezza sono passati a 3. È la rimodulazione della condanna a carico di Giovanni Maria Cuccato, l'operaio di 45 anni, difeso dall'avvocato Andrea Gritti, che il 12 novembre 2020 uccise a coltellate in piazza Fiume a San Giacomo di Veglia il "rivale in amore", il 72enne Luciano Dall'Ava. Confermata la provvisionale di 50mila euro per ognuna delle parti civili costituite con l'avvocato Enrico D'Orazio (ovvero i due figli della vittima, Federica e Domenico, ndr).

LA VICENDA
Oltre alla riduzione di un terzo della pena per il rito abbreviato, in primo grado (e così in appello) a Cuccato è stata riconosciuta una capacità di intendere e di volere gravemente compromessa al momento del delitto provocata da un disturbo bipolare causato da una sindrome schizoide con ricadute sulla sua sfera affettiva. Il delitto si consumò la sera del 12 dicembre del 2020 in piazza Fiume a San Giacomo di Veglia, dove Cuccato aveva sorpreso Dall'Ava assieme a una 39enne nigeriana che per un periodo era stata la sua compagna. La donna si trovava in auto con l'ex muratore di 72 anni. Cuccato, coltello in mano, aprendo lo sportello dell'auto aveva intimato alla donna di seguirlo. Al suo rifiuto è scattata la violenza omicida e l'uomo, secondo le ricostruzioni fatte dall'accusa, si è scagliato contro Dall'Ava uccidendolo a suon di fendenti. Due quelli mortali: uno sotto la clavicola e uno alla gola.

LA CONFESSIONE


Poi Cuccato ha inseguito la donna che, nel tentativo di difendersi, era stata ferita alla mano riuscendo però a raggiungere la sua abitazione e a mettersi in salvo. Da qui aveva infine allertato le forze dell'ordine facendolo arrestare. I carabinieri, intervenuti in piazza Fiume, lo avevano trovato a bordo della sua auto, parcheggiata poco distante dal luogo del delitto, in uno stato di confusione e sporco di sangue. Portato in caserma, aveva in seguito confessato di essere stato lui a uccidere Dall'Ava.
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Il Gazzettino