Lavoro. Bar e ristoranti di Treviso a caccia di personale: «Siamo costretti ad assumere stranieri»

Bar e ristoranti di Treviso a caccia di personale
TREVISO - I giovani lavoratori italiani sono e saranno sempre meno. Anche le imprese trevigiane del terziario guardano inevitabilmente all’estero per far fronte alla...

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TREVISO - I giovani lavoratori italiani sono e saranno sempre meno. Anche le imprese trevigiane del terziario guardano inevitabilmente all’estero per far fronte alla carenza di addetti di cui stanno soffrendo. Per questo, Dania Sartorato, presidente dell’unione provinciale di Confcommercio, invita a ripensare i flussi di ingresso nel paese in modo da intercettare le figure professionali necessarie soprattutto alle aziende del turismo, ma anche del commercio e dei servizi. «Nonostante una ancora notevole dose di incertezza, il 2023 si sta rivelando un anno di grande fermento - conferma la numero uno provinciale dell’organizzazione che riunisce oltre 8mila realtà del settore - I progetti e gli investimenti non mancano, ma per tutta una serie di attività manca la manodopera: lo dimostra la continua ricerca di personale da parte delle nostre imprese». Non a caso, ricorda la presidente, l’incrocio tra domanda e offerta occupazionale e il tema giovani e lavoro restano in cima dall’agenda dell’associazione.

I giovani e la richiesta di lavoro

La prima ragione della difficoltà di un ricambio di forza lavoro in negozi e pubblici esercizi è dovuta all’ormai ben noto inverno demografico: «Gli under 24 sono quattro volte meno rispetto agli anni ‘80», evidenzia Sartorato. Di conseguenza, le risorse vanno cercate dove abbondano: «Se in Italia viviamo da diversi decenni un problema di denatalità, che peraltro purtroppo sembra ormai difficilmente reversibile, è altrettanto vero che a livello globale c’è una tendenza opposta: in questi decenni la popolazione mondiale è raddoppiata - ribadisce Sartorato - per intercettare capitale umano, sarebbe opportuno lavorare sugli strumenti per portare qui queste persone. Non con i barconi, ma tramite canali regolari, con giusti contratti e soluzioni adeguate».L’apertura dei flussi migratori, infatti, evidenzia ancora la rappresentante degli imprenditori del terziario, non può essere disgiunti da interventi sulla disponibilità di alloggi e dalla loro accessibilità - leggi prezzi d’acquisto o canoni d’affitto - da parte delle famiglie dei nuovi arrivati. E le iniziative in materia devono essere discusse con le imprese, proprio per tararle sulle effettive esigenze del mercato del lavoro. Dopo il picco delle festività natalizie, in queste settimane l’urgenza di trovare personale si è leggermente attenuata. Ma tornerà a farsi pressante con la primavera- estate. Molte imprese, anzi, si stanno già muovendo, anche per la necessità di formare per tempo i neo assunti. «Il turismo ha bisogno di addetti che parlino più lingue: l’inglese è dato per scontato, serve almeno una seconda lingua straniera. I servizi di competenze tecnologico-informatiche», spiega Sartorato. E a chi fa notare che la scarsa attrattività è dovuta anche a paghe troppo basse, la presidente risponde: «Non è solo un tema economico, altrimenti il problema sarebbe già stato risolto. C’è una carenza di capitale umano. Ma senza dubbio, nel rinnovo del contratto nazionale di lavoro del terziario attualmente in corso, dovrà essere affrontato anche l’aspetto retributivo».

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Il Gazzettino