AZZANO - Anche nel territorio comunale, come ormai in tutti gli ambiti della pianura veneto-friulana, in queste ultime settimane sono particolarmente aumentati i danni...
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LE PROTESTE
Il consigliere delegato alle politiche agricole, Mauro Pezzutti, in questi giorni ha ricevuto numerose segnalazioni da parte degli agricoltori del territorio, e si è recato nei fondi coltivati per rendersi conto della situazione. «Purtroppo la crescita incontrollata di questo roditore e la mancanza di una efficace campagna finalizzata all'eradicazione della specie ha portato alla situazione attuale - ha sottolineato -. Ho pertanto deciso di contattare il servizio di vigilanza faunistico venatoria per mezzo dell'ispettorato Forestale di Pordenone, in quanto organo deputato ad intervenire con opportuni metodi definiti dal legislatore regionale. Come, per esempio, per la cattura della nutria con gabbie-trappola o con altri metodi autorizzati. Informo pertanto - ha continuato Pezzutti - che in base alle segnalazioni ricevute, che riguardano in primis i fondi coltivati a mais lungo tratti della roggia Beverella a monte del ponte sulla Sr251, del fiume Sile a valle del ponte di via Troiat e a monte del ponte sulla Sr251, del fiume Fiume zona Fiumesino e a valle del ponte sulla Sr 251, potranno effettuarsi sopralluoghi ed interventi da parte della Forestale al fine di contenere e catturare i dannosi roditori». Pezzutti precisa inoltre che a oggi, «i metodi di controllo della specie in oggetto consentiti dal legislatore hanno effetti solo in parte incisivi, in quanto il personale qualificato disponibile agli interventi ha una zona di competenza molto vasta e saranno in futuro necessarie forme di lotta maggiormente efficaci. Si invitano pertanto i residenti e soprattutto gli imprenditori agricoli - conclude - siano essi proprietari o conduttori di fondi coltivati a mais, a contattarmi o a segnalare all'ufficio Ambiente comunale le zone a particolare elevata concentrazione di questi roditori, al fine di effettuare interventi mirati».
Mirella Piccin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino