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ABANO TERME - I russi saranno i grandi assenti della stagione turistica 2022. Quello che, fino a poco prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, era un timore largamente diffuso fra gli albergatori del bacino termale ora è diventato una certezza. Dopo l’emergenza pandemica che ha rischiato di mettere al tappeto un intero settore, si profilano all’orizzonte ulteriori conseguenze negative, legate alle sanzioni che hanno colpito la Federazione Russa. Al punto che le stime della categoria presentano già da ora numeri estremamente preoccupanti.
I NUMERI
«Verranno a mancare, secondo le nostre prime analisi, circa 130mila presenze nell’arco dell’anno. Con una perdita secca di introiti attorno ai trenta milioni di euro – dichiara il direttore di Federalberghi Abano e Montegrotto, Marco Gottardo -. II mercato russo conta sul totale della domanda turistica delle Terme per il 4 per cento. Una quota che può sembrare molto bassa, ma non ci dobbiamo dimenticare che, tradizionalmente, si tratta di una clientela con un’alta capacità di spesa».
Molte sono le variabili in gioco, dalla durata della guerra alle conseguenze a lungo termine della pioggia di sanzioni che sta paralizzando l’economia russa. Non è quindi escluso che in futuro la flessione risulti ben più marcata. Se non altro il mancato arrivo di ospiti russi non inciderà sull’andamento delle vacanze di Pasqua. «Si tratta di un periodo in cui non si muovono – spiega ancora Gottardo -. Loro sono soliti progettare soggiorni più lunghi, di circa dodici, quattordici giorni. Non si spostano per un fine settimana».
Il che non toglie che le aspettative generali siano tutt’altro che rosee. «Continuiamo a muoverci in un quadro di grande incertezza, dove le prenotazioni dell’ultimo momento fanno la parte del leone, il che non ci consente di approntare un’adeguata programmazione – puntualizza il direttore dell’associazione -. Ad ogni modo, al momento contiamo di raggiungere, ma solo per il week-end di Pasqua, livelli di presenza dell’80, 85 per cento».
GLI ARRIVI
Dolorosamente intrecciato con la guerra in Ucraina il tema dell’accoglienza dei profughi anche nelle strutture alberghiere, nel caso di rapida saturazione dei centri di accoglienza.
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Il Gazzettino