Il rettore del Santo: «Non rinunciamo alle tradizioni. La vera minaccia? Gli atei, gli agnostici e i massoni»

Il rettore del Santo: «Non rinunciamo alle tradizioni. La vera minaccia? Gli atei, gli agnostici e i massoni»
PADOVA - Neanche lontanamente immaginava che le sue esternazioni avrebbero avuto un’eco così ampia, addirittura a livello nazionale. Scatenando una marea di reazioni. E non...

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PADOVA - Neanche lontanamente immaginava che le sue esternazioni avrebbero avuto un’eco così ampia, addirittura a livello nazionale. Scatenando una marea di reazioni. E non solo in ambito politico, ma anche all’interno della Chiesa stessa. Allora, proprio per spiegare meglio i concetti espressi l’altro ieri, ventiquattr’ore dopo monsignor Claudio Cipolla ha affidato a una nota scritta un approfondimento del suo pensiero riguardo alla possibilità di rinunciare alle tradizioni, in cambio di pace e tranquillità. «Non ho mai detto “rinunciamo al presepe” e non ho fatto riferimento ad alcun luogo specifico», ha spiegato il vescovo, aggiungendo di voler evitare che vengano semplificate eccessivamente le sue parole. «Pace, pace, pace! Papa Francesco ci sollecita di continuo nell’obiettivo di costruire un mondo di pace, senza conflitti, in cui la relazione tra fratelli sia prioritaria e l’indifferenza non trovi casa ». E rincara: «Fare un passo indietro non significa creare il vuoto, o assecondare intransigenze laiciste, ma trovare nelle tradizioni, che ci appartengono e alimentano la nostra fede, germi di dialogo».


Sulla possibilità ipotizzata dal vescovo di fare un passo indietro rispetto alle tradizioni natalizie, padre Enzo Poiana, rettore della Basilica del Santo, che giusto ieri mattina è stato impegnato nella benedizione di presepi, ha osservato: «Il vescovo ha detto una cosa vera e cioè che, pur di stare in pace, è disposto a fare un passo indietro per quanto riguarda le tradizioni. Ma se però si riferisce a quelle che costituiscono la nostra identità di Cristiani, non sono d’accordo. Penso, per esempio, a presepi, canti, recite e storie natalizie. Anche perché io non mi posso mettere a dialogare con gli altri, se non rimango me stesso. Il problema nei confronti della nostra cultura non credo venga dalle altre religioni, perché buddhisti, induisti e musulmani la rispettano. Ritengo, piuttosto, arrivi da atei, agnostici e massoni, cioè dagli anticlericali che sognano l’eliminazione di ogni espressione religiosa»...



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Il Gazzettino