OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PADOVA - Dicevi “il presepe”, famoso e visitatissimo, del Santo e si intendeva “fra’ Claudio”; parlavi della puntuale, ordinatissima custodia della basilica con tutte le incombenze relative ed era ancora quel nome; si doveva allestire il palco sul piazzale del santuario antoniano per la benedizione finale della processione nel pomeriggio del 13 giugno, ed era sempre lui. Così, per lunghi anni, l’attività di un religioso, ad un tempo “del fare” e “del pregare”. Era fra’ Claudio Gottardello (nell’ultimo periodo della comunità di San Pietro di Barbozza), mancato nelle ultime ore di giovedì all’ospedale di Padova dopo una breve malattia, alla soglia dei novant’anni. Era infatti nato il 21 luglio 1933 a Santa Giustina in Colle in una famiglia religiosa e particolarmente devota a sant’Antonio.
Una grande passione per il presepe
La notizia della morte, rapidamente diffusasi ieri, non soltanto in città e provincia, ma anche nella Marca Trevigiana (lì fra’ Claudio aveva esercitato gli ultimi vent’anni di attività) ha suscitato profondo cordoglio. Era di poche parole; il suo dire e il suo fare miravano all’essenzialità: tutto il necessario, nulla di eccessivo, veniva da osservare. E sempre con serietà rigorosa, se non passione, soprattutto quando si trattava di allestire quel presepe cresciuto, per così dire, nel tempo, per merito suo, e sulla sua scia ancora famoso.
Il ricordo
Un lungo tempo il suo, di religioso francescano, e diversi incarichi svolti sempre con grande impegno e, diremmo, “professionalità” nel senso che in ogni situazione fra’ Claudio riusciva a operare egregiamente, affrontando i problemi con intelligenza viva e prontezza di azione. Basti pensare alla grande realizzazione del presepe, prima in basilica, poi nel chiostro della Magnolia (dove in seguito e tuttora viene allestito alla vigilia di ogni Natale), nonché all’umiltà con la quale accettava gli elogi dei visitatori quando lo incontravano. Un “grazie”, accompagnato da un sorriso aperto, quasi luminoso, che un amico una volta definì «della migliore tradizione francescana dei frati minori». A una manualità non comune e al lavoro pratico dunque, univa, da ultimo (ma non ultimo) l’intensità di vita spirituale: preghiera, meditazione, da fedelissimo seguace di sant’Antonio. Le esequie saranno celebrate mercoledì prossimo, 14 settembre, alle 10 nella basilica del Santo.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino